2017

Milan, l’attacco stenta a produrre gol

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I numeri delle ultime settimane preoccupano Montella: il Milan sembra spuntato, a pagare per tutti è (per ora) Kalinic

I tempi sono quelli che sono: grami. E allora c’è chi per provarearipartire, è costretto a farlo dai fischi. L’ultimo della (lunga) lista è stato Nikola Kalinic, si tratta di una primizia assoluta e questo rende bene l’idea del grado di insofferenza dei tifosi, passati in un solo mese dall’esaltazione alla disillusione. Quando Montella l’ha sostituito con Cutrone negli ultimi minuti
di Milan-Genoa, San Siro ci è andato giù piuttosto pesante: critiche sonore da tutti i punti cardinali. L’allenatore nel dopogara ha provatoaformulare la teoria che i fischi erano per lui, dovuti alla scelta di non schierare le due punte, e in parte può anche essere. Ma negli occhi della gente, molto più probabilmente, erano ancora vive le immagini dei due palloni passati – e non sfruttati – dai piedi di Kalinic al centro dell’area. Prima un controllo grossolano e poi un mancato aggancio che lo avrebbero messo nelle condizioni ideali per infilare Perin.

DISCUSSIONI – È come se Nikola in quel momento avesse pagato per tutti, ovviamente anche per colpe non sue. Spesso in questi casi succede così. Un po’ come quando veniva beccato Honda, considerato l’emblema di un’intera campagna acquisti non giudicata all’altezza. Kalinic ha pagato le mancanze di tutto il reparto, di un attacco che stenta a decollare e fa discutere parecchio. Il commento più inflazionato ovviamente nel corso del tempo è diventato: ecco, visto cosa succede a comprare una serie di attaccanti di medio livello invece di un top? Il ragionamento si sente in tutti i bar, ma lo ha fatto anche Berlusconi. Come riporta “La Gazzetta dello Sport”, l’evidenza però racconta altro: Kalinic magari potrebbe avere un gol in più a referto, ma il mancato arrivo di Aubameyang o Belotti ovviamente non dipende da lui.

SOFFERENZE – Di certo la produzione offensiva in campionato non è uno dei punti di forza del Milan. Dodici gol in nove partite significano una media di poco più di una rete a gara, e ovviamente al bar c’è anche chi fa di conto: 38 milioni per André Silva, 20 per Calhanoglu, 25 per Kalinic. Il prodotto finale, tra impieghi discontinui e scarsa vena realizzativa, dice due gol. Poi ci
sono i due di Cutrone – al momento l’unico che riesce a non restare impantanato nelle sofferenze psicologiche dei compagni – e i tre di Suso, che grazie a questa quota non certo eccelsa può vantarsi di essere il bomber della squadra. «È successo di tutto», ha scritto ieri sui social lo spagnolo, uno dei più motivati, per spiegare le ultime settimane. Che in attacco offrono numeri sofferenti: in campionato il Milan è rimasto a secco in tre delle ultime
quattro partite sebbene, come dice Montella, si tiri parecchio. Dopo il Napoli (168) in effetti ci sono i rossoneri (155), ma la percentuale di conclusioni nello specchio è solo del 45% (mentre il Napoli è a 58%).

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