2013

Milan, Allegri: «Il mio ultimo Natale in rossonero»

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L’allenatore toscano ha ammesso l’addio al termine della stagione.

MILAN ALLEGRI – Sta per volgere al termine l’avventura al Milan di Massimiliano Allegri, che ha provato a rinnovare la squadra, muovendosi in accordo con la società, ma senza essere capito: «Qualcuno mi vede come un tagliatore di teste, ma non lo sono stato. Abbiamo fatto quello che serviva, in tre stagioni io e la squadra abbiamo ottenuto i risultati che ci sono stati chiesti. Purtroppo adesso il terzo posto è lontanissimo, ma c’è la coppa Italia, che diventa una buona opzione per lasciare il Milan comunque in Europa», ha dichiarato l’allenatore rossonero ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”.

SEEDORF – Allegri ha parlato poi di Clarence Seedorf, indicato come suo possibile successore: «Non so chi sarà il nuovo allenatore, è un problema che non mi riguarda. Di certo questo è il mio ultimo Natale da milanista, ma ho mangiato il panettone un’altra volta e per la verità non ho mai avuto dubbi in proposito. Seedorf nella penultima stagione a Milano ha reso moltissimo. Grande giocatore, certo avrei preferito allenarlo a 28 anni piuttosto che a 35».

EREDITA’ – L’allenatore toscano ha spiegato l’eredità che lascia al futuro allenatore: «Una buona squadra, che si è fatta voler bene dai tifosi per il suo modo di essere. Una squadra che con qualche ritocco avrà un futuro. Ero convinto di diventare l’allenatore della seconda stella, ma il mio secondo campionato al Milan è stato deciso in parte da un gol non gol. Diciamo che non siamo stati fortunati. E l’anno dopo sono dovuto praticamente ripartire da zero, eppure siamo arrivati in Champions League, e adesso siamo agli ottavi. Realisticamente non lo so, ma abbiamo una buona chance di arrivare ai quarti di finale. L’Atletico Madrid è tosto e forte, ma a febbraio tante situazioni saranno cambiate. Risalire in campionato è impossibile? E’ molto difficile, siamo a 17 punti dal terzo posto. Però dobbiamo rincorrere e migliorare la nostra posizione di classifica. Tutto questo può servirci da stimolo per fare bene in Europa e in coppa Italia».

AMAREZZA – Allegri ha analizzato le difficoltà incontrate: «Il rammarico vero è non aver mai avuto tutti i giocatori a disposizione: praticamente mai i terzini titolari insieme, quasi mai El Shaarawy. Pazzini è tornato ora, e i giovani sono validi, ma i giovani vanno accompagnati nella crescita. Uno come Cristante ha qualità, ma anche bisogno di tempo. Non sono stati fatti errori: ci siamo consultati con uno dei migliori specialisti del mondo, ci ha detto che il 75 % delle microfratture si ricompone da sola, e purtroppo siamo caduti nel 25%. Nell’ultima parte del 2013 molte cose sono andate male, ma mi spiace che a volte siano stati attaccati staff medico e preparatori. Questa è una cosa che mi fa arrabbiare. Se mancano i risultati, è sempre colpa dell’allenatore. Gli ultimi quattro mesi del 2013 sono stati disastrosi, ma ho lavorato sempre con entusiasmo e lo farò fino in fondo. Perché andrò via? L’ho deciso il giorno in cui si è stabilito che sarei rimasto per un’altra stagione. Mi piaceva l’idea di restare e finire un lavoro, ma quattro anni in una squadra sono tanti». 

FUTURO – Sulla sua prossima avventura: «Eviterei di parlare della nazionale, che ha un grande c.t. e può fare un grande Mondiale. Quanto al resto, vedrò quali occasioni avrò e sceglierò la sfida che più mi stimola».

ATTACCO – Infine, su due centravanti rossoneri: «Pazzini è buono per tutte le stagioni: nella stagione scorsa è stato l’unico capace di segnare in autunno, inverno, primavera. Ma è stato fermo sette mesi, ci vuole tempo a recuperare. Pentito di aver preso Matri? No, in quel momento ci serviva e comunque ha sempre fatto gol. Ne farà anche al Milan. Se andrà via? Perché dovrebbe? Abbiamo perso El Shaarawy per i prossimi tre mesi, Robinho deve rientrare e Niang è stato ceduto in prestito». 

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