2013

Milan, Abate: «Bravo Allegri, e che Kakà!»

Pubblicato

su

MILAN ABATE ALLEGRI KAKA’ – Ignazio Abate, una volta ripreso il proprio posto sulla fascia destra della difesa del Milan, ora spera che, assieme agli altri recuperi, la formazione rossonera possa tornare a spiccare il volo. Il difensore della formazione rossonera, intervistato per l’edizione odierna della Gazzetta dello Sport, ha fatto capire che il suo legame al Milan non è da mettere in discussione, nonostante siano circolate voci contrastanti sul suo futuro, nei giorni scorsi.

LEGATISSIMO – «Non sono più un ragazzino ma nemmeno così avanti con gli anni – ha esordito Abate – . Eppure è vero, in una rosa come questa inizio ad avere una certa età… Spero di essere un buon esempio. Sono molto legato al Milan, dove mi vedo a lungo. Ho ancora un anno di contratto, il desiderio è quello di restare. Le frasi di Allegri al gruppo? Sono messaggi fondamentali. Abbiamo la fortuna di lavorare in un club come il Milan e in un posto come Milanello: è sbagliato pensare di venire qui soltanto a timbrare il cartellino, e poi andare a casa. Occorre dedicarsi al nostro lavoro a 360 gradi.»

KAKA’ E MARIO – Abate ha parlato anche di alcuni singoli, partendo soprattutto dal ritorno in campo, e in grande stile, di Ricardo Kakà: «Un esempio illuminante per tutti, specie per i più giovani. Quando era infortunato arrivava al mattino e andava via la sera. Con quel che guadagna e che ha vinto in carriera potrebbe permettersi lo stretto indispensabile, e invece ha un comportamento da super top player. Ha tutto per tornare quello di una volta. Balotelli? Deve capire che non è più un ragazzino e che certi comportamenti non vanno bene. Bisogna che cresca il più in fretta possibile. Il fatto è che ha potenzialità incredibili, di cui nemmeno lui si rende conto. Per me dopo Messi, Ronaldo e Ibrahimovic c’è lui.»

SI PUO’ RIMONTARE – Secondo Abate, infine, il Milan può tentare un’altra clamorosa rimonta, come quella che l’anno scorso portò fino al terzo posto: «Abbiamo le basi per tentare un’altra rimonta, ma occorre equilibrio e non sbagliare nulla. Questa comunque è una squadra da primi tre posti. Mi piace il ritorno al 4-3-3, la squadra è più equilibrata, solida e coperta rispetto al sistema col trequartista. Cosa mi piace del tecnico? La sua maggior qualità è l’equilibrio. Ci ha sempre trasmesso fiducia, anche nei momenti peggiori. Così come non si esalta. Sa gestire le pressioni e in questi tre anni non gli si può rimproverare nulla: ha fatto tutto ciò che doveva, compreso il miracolo dell’ultimo terzo posto.»

Exit mobile version