2017

Mihajlovic, il Toro e un nuovo inizio: «Cerco conferme, inizia la fase 2»

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Sinisa Mihajlovic è pronto per la nuova stagione, il Toro attende conferme dal serbo: «Dobbiamo migliorarci. A Belotti dico…»

La seconda opportunità dev’essere sfruttata: per il Torino e Sinisa Mihajlovic è una stagione fondamentale, dopo qualche rimpianto nel 2016-17. Intervistato da “La Gazzetta dello Sport”, il tecnico granata ha parlato dell’annata che sta per arrivare: «Non vedo l’ora. Mi sono riposato abbastanza. Con il mio staff stiamo preparando il ritiro: nuove metodologie di allenamento, lavori personalizzati, novità su calci da fermo e altro. Mi sono confrontato anche con alcuni tecnici stranieri. Sono più carico dello scorso anno, perché adesso inizia la fase 2. Cerco conferme e progressi. La stagione scorsa è servita per formare il gruppo, trasmettere mentalità, cultura del lavoro, principi di gioco e principi morali che rappresentano il Dna del Toro. Ora dobbiamo lavorare sui particolari, sulle cose positive da accrescere e su quelle negative da correggere».
MIGLIORARE – Rispetto all’anno passato, Mihajlovic sa di dover sistemare non solo la squadra, ma anche parte del suo stile comunicativo: «Lo scorso anno ho dovuto forzare la mano in alcuni momenti, con atteggiamenti, frasi, concetti. Esasperare qualche decisione. Servivano scosse. Sacrificio, applicazione, voglia di lottare e non mollare sono le fondamenta delle vittorie. Senza anima, cuore e sudore non vai da nessuna parte. Ora sotto la muta, che per noi è la tuta, mostriamo lo smoking». Che Torino ci dobbiamo aspettare? «Alle sue caratteristiche storiche, il Toro deve unire una maggiore sicurezza e attenzione. Sempre molto offensivo, ma più equilibrato. Si vince segnando un gol in più dell’avversario, ma lo scorso anno abbiamo preso troppe reti. Vogliamo essere belli e di carattere». Alcune sue sfuriate in campo e davanti ai microfoni sono diventate cult, lei per i tifosi granata è già nella storia del Toro. «Ho un bel rapporto con i tifosi. Schietto e vero. Cercavo un ambiente caldo e passionale e un club che mi somigliasse. Ma quest’anno vedrete anche un altro Mihajlovic. Molti amano dipingermi come un sergente di ferro. Facciano pure, non ho bisogno di mettermi un paio di occhialini da intellettuale per cambiare il mio profilo. Chi mi conosce sa che non ho mai pensato che si possa vincere solo con cuore e grinta. Le mie squadre scendono in campo per creare, mai per distruggere: sono preparate tatticamente, pressano alto, hanno tempi di gioco, schemi, segnano e spesso divertono. Lo dicono i numeri. Amo i piedi buoni e il gioco a uno-due tocchi,rapido, arioso e spettacolare. E pur di vincere spesso schiero squadre ultra-offensive».
ARRIVI, PARTENZE E CONFERME – Parliamo allora di chi è arrivato. «Sirigu ha esperienza, qualità e voglia di rivalsa nell’anno del Mondiale. Lyanko e Bonifazi sono due giovani centrali di grande prospettiva». Ci dica almeno i ruoli da coprire ancora sul mercato. «La società sa tutto. E io mi fido del lavoro del presidente Cairo e di Petrachi. In ogni caso non è un segreto che cerchiamo un altro centrale per aiutare nella crescita i nostri giovani. Un paio di innesti in mezzo al campo, un paio di esterni alti, un vice Belotti…». Quindi Belotti resta? «Io lo spero e così vuole anche Cairo, che a venderlo non pensa. Poi c’è una clausola rescissoria da 100 milioni. Se qualcuno la versa arriva un fiume di denaro, ma poi bisogna cambiare modo di giocare perché se pensi solo a sostituire Belotti, peggiori: è difficile trovare un altro che trascini i compagni e faccia 26 reti». Qual è l’obiettivo del Torino? «Migliorarsi e lottare per un posto in Europa. Il quadro è abbozzato, ora bisogna finirlo. Ma dipenderà anche dal valore degli avversari. Per l’Europa ce la giochiamo con Atalanta, Lazio e Fiorentina». Chiudiamo con il Filadelfia, il Torino è tornato a casa. «È stato un onore essere l’allenatore del Toro il giorno dell’inaugurazione. Il Filadelfia (dove il Toro si allenerà, ndr) può regalarci 6-8 punti. Non c’è più bisogno che io parli ancora airagazzi di cuore e di storia: saranno i muri del Filadelfia a farlo al posto mio».
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