2013
Mihajlovic: «Juventus, serve un top player. Balotelli e Cassano..»
SERBIA MILAN JUVENTUS MIHAJLOVIC – Nell’intervista rilasciata per La Gazzetta dello Sport, dove ha ampiamente parlato delle voci riguardanti un suo approdo all’Inter, Sinisa Mihajlovic ha analizzato anche alcune questioni relative ai club di Serie A, a partire dall’eliminazione del Milan dalla Champions League: «Quando il Barcellona gioca così, a quei ritmi, con quella velocità non ce n’è per nessuno. Una delle squadre più forti di sempre: se trova la giornata giusta non ci sono rimedi. Devi essere perfetto a livello difensivo e sperare che loro abbiano una giornata storta. E non puoi sbagliare l’occasione se ti capita. Se il Milan con Niang avesse fatto l’1-1 forse… Ma l’impressione è che se il Barca avesse avuto bisogno di altri due gol, avrebbe fatto anche quelli», ha dichiarato l’attuale ct della Serbia, che poi ha spostato il mirino sulla Juventus: «In questo momento è più forte del Milan. Ma se il Barca gioca come martedì, non ce n’è neanche per la Juve. Troppa differenza tra i giocatori. L’unicità non è rappresentata solo da Messi. Nessun altro ha Xavi e Iniesta. La Juve rivincerà lo scudetto, ma per essere all’altezza delle grandi d’Europa serve qualche altro top player. Ibra lo è, ma è dura: guadagna una montagna di soldi e ha 31 anni. E non so come si sia lasciato con l’ambiente Juve. Certo, all’Inter lui da solo ci garantiva due punti su tre. Ha un carattere forte, devi sapergli tener testa. Come vice Mancini i più tosti, come lui, toccava a me curarli…».
A proposito di “teste calde”, Mihajlovic ha parlato anche di Cassano e Balotelli: «Cassano lo conosco bene. E’ un bravo ragazzo, a cui ogni tanto “parte la brocca”. Pensavo che il matrimonio e la paternità lo avrebbero cambiato. E’ avvenuto solo in parte. La Cassanata è nel suo Dna, prima o poi devi aspettartela. Cassano non cambierà mai del tutto. Balotelli? Mario è un altro bravo ragazzo. Ma ha ragione Mancini, anche a 30-35 anni farà ancora parlare di sé per qualcosa. Prendere o lasciare».
Il tecnico ipotizza la classifica finale: «Un posto se lo porterà via il Milan. Può arrivare secondo, perché il Napoli è in calo. Terza incomoda la Fiorentina, sorpresa del rush finale. Le mie squadre del cuore invece, Lazio e Inter, sono in difficoltà. Anche se la Lazio ha poco da rimproverarsi».
Infine, Mihajlovic parla della Roma, di Totti e del momento del calcio italiano: «Non mi aspettavo l’esonero di Zeman. Mi è dispiaciuto molto. Resta un maestro di calcio e nella fase offensiva è il migliore al mondo. Andreazzoli invece lo volevo a Firenze con me. Non me lo presero, all’epoca 4 collaboratori erano troppi. Ora Montella ne ha undici… Ma Vincenzo è bravissimo. Totti? Uno dei primi tre giocatori italiani di tutti i tempi e il 10 più grande di sempre: più di Baggio, Del Piero e del mio amico Mancini. Ma se a 37 anni Francesco è ancora il migliore di tutti, vuol dire che il calcio italiano si è fermato. Tanto. Parlo da “italiano” d’adozione, il calcio è lo specchio del Paese, peggiorato negli anni. Spagna, Germania e Inghilterra sono più avanti. E la Francia ci ha raggiunto. Dalla mentalità alle strutture siamo indietro. In Italia si gioca per non perdere, all’estero per vincere».