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Michele Uva (Uefa): «Tutti i club vadano nella stessa direzione»

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Michele Uva, 58 anni, è un dirigente UEFA. Ha concesso una lunga intervista a 7, il settimanale del Corriere della Sera, nel quale ha raccontato come il calcio possa innovarsi e diventare sostenibile.

DAL 2010 IL FINANCIAL FAIR PLAY – «E non ci siamo fermati. Abbiamo lavorato per step, in tre momenti: all’inizio del 2000 la Uefa ha dato il via a un sistema di licenze con cinque criteri da rispettare (legale, economico finanziario, sportivo, organizzativo e relativo alle persone, infrastrutturale. Quindi, a fine 2010, ha rafforzato i controlli nel settore economico-finanziario organizzando il Financial Fair Play; e, non più tardi di un anno fa, c’è stata una nuova rivoluzione in cui sono cambiati i parametri da rispettare. Tuttavia bisogna ricordare che i protocolli della Uefa sono applicati ai club che partecipano alle nostre competizioni. In Italia, ad esempio, agiscono su 7 squadre, le altre 13 sono sotto il sistema delle licenze nazionali. La cosa importante è che le federazioni agiscano perseguendo gli stessi obiettivi per avere un sistema equo e omogeneo».

IL FUTURO – «Le prime due fasi sono state supportate dalle federazioni. In alcuni casi – ad esempio nel 2015 – l’Italia aveva adottato delle regole che erano più stringenti rispetto a quelle della Uefa. Adesso ci si augura che per il terzo step si vada tutti nella stessa direzione».

INVESTITORI STRANIERI – «Stanno portando nuova linfa sia in soldi che in idee: quasi tutti hanno comprato per fare profitti. Il rischio certo è quello che il business esasperato faccia perdere i contatti e il rapporto con il territorio perché sono poco interessati ai settori giovanili, al calcio femminile, all’integrazione con la comunità locale. Per questo bisogna creare regole, per evitare che ci sia questo scollamento e che vengano invece rispettati parametri di sostenibilità sportiva, ambientale, sociale. Il calcio deve accogliere ed essere inclusivo, ha un grande ruolo. E deve radicarsi nel proprio territorio, ad esempio investendo nel sociale e monitorando i giovani cercando talenti nel resto del mondo solo in un secondo momento».

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