2009
Messico 1970: Rimet in archivio, è verdeoro
Nel 1970 il Mondiale sbarca in Messico e propone un’edizione leggendaria: quella di Italia-Germania 4-3, votata come la partita più bella del secolo, di Pelè che si consacra come dio del calcio, della parata dell’inglese Banks sullo stesso Pelè, della rivincita tra Inghilterra e Germania Ovest in cui a spuntarla è questa volta la squadra di Beckenbauer, della consegna definitiva della Coppa Rimet al Brasile, campione per la terza volta.
Dal 31 maggio al 21 giugno di quell’anno si danno battalia sedici squadre, divise in quattro gironi. La formula è dunque la stessa di quattro anni prima. Le novità più interessanti tra le squadre qualificate sono Israele, Marocco e Salvador, quest’ultimo qualificatosi dopo una guerra vera e propria con Honduras (non è una metafora: al termine delle qualificazioni, Honduras e Salvador entrarono realmente in guerra tra di loro), che meriterebbe un articolo per sè.
Dal punto di vista regolamentare, è da segnalare l’introduzione delle sostituzioni, due a squadra. L’Italia ne fa largo uso, tanto da fare della staffetta Rivera-Mazzola, un argomento “classico” del nostro calcio.
Ai gironi le sorprese sono poche. Nel gruppo 1 passano il turno l’Unione Sovietica e il Messico padrone di casa, eliminando così il Belgio e il modesto Salvador. Il gruppo 2 vede un’Italia che passa il turno senza brillare: solo un gol fatto e passaggio del turno ottenuto con due pareggi a reti bianche con Israele e Uruguay. Pochi pensavano l’Italia come finalista, dopo una prima fase così così. L’altra squadra del nostro gruppo, che si qualifica ai quarti è l’Uruguay. Gruppo 3: Brasile e Inghilterra dettano legge e la Seleà§ao vince anche lo scontro diretto con i campioni del mondo in carica, in un simbolico passaggio delle consegne. Nell’ultimo girone, la Germania Ovest non fatica nemmeno per passare il turno, e con lei passa il Perù, ai danni di Bulgaria e Marocco.
L’Italia esplode ai quarti di finale: gli azzurri eliminano con quattro reti i padroni di casa (che per questo d’ora in poi tiferanno sempre per i nostri avversari); avanzano di misura Uruguay e Germania Ovest, mentre il Brasile fa fuori il Perù con uno spettacolare 4-2. La Rimet è in buone mani: tre delle quattro squadre rimanenti infatti hanno già vinto in passato due Mondiali. Solo un trionfo dei tedeschi avrebbe rinviato ad un’altra edizione, la sua consegna.
In semifinale, il Brasile ha ragione sull’Uruguay con un 3-1 piuttosto netto. Veniamo all’altra semifinale, quella mitica dell’Azteca. La gara sembra noiosa: un gol di Boninsegna al 7′ sembra consegnare agli azzurri il pass per la finalissima, ma al 92′ i tedeschi pareggiano i conti con un gol del difensore Schnellinger. Si va ai tempi supplementari ed è in questa coda che parte una clamorosa girandola di emozioni. I nostri avversari vanno sul 2-1 con un gol del solito Gerd MÃÂ?ller. I nostri assaporano la beffa ma non siamo neanche a metà dei gol: al 98′ Burgnich fa 2-2, poi ancora azzurri in rete: 3-2 di Gigi Riva e fine del primo tempo supplementare. Nel secondo tempo la Germania trafigge Albertosi con la complicità di Rivera che abbandona improvvisamente il palo che stava coprendo (la palla veniva da un traversone di un angolo). Ma giusto il tempo di battere a centrocampo, e siamo già sul 4-3 per noi: e come nelle storie più belle, il gol partita è proprio di Gianni Rivera. Entra nella storia l’avvincente telecronaca di Nando Martellini mescolata all’urlo “Vinciamo! Vinciamo!” di un tifoso che si sente in sottofondo nelle registrazioni”. Se vi capiterà di andare a Città del Messico, allo stadio Azteca troverete una targa con la scritta: “qui è stata giocata la mitica partita Italia-Germania Ovest 4-3″.
Sfiniti dopo l’impresa in semifinale, gli azzurri accusano il colpo nella finalissima con il Brasile dei cinque numeri 1 schierati contemporaneamente (Pelè, Tostao, Jairzinho, Rivelinho, Gerson). à? il 21 giugno, quando Italia e Brasile scendono in campo per giocarsi l’ultima gara di sempre, della coppa Rimet. L’arbitro designato per la finale è il tedesco dell’est Glokner. L’Italia regge un tempo contro una delle formazioni più forti di sempre: la prima frazione di gioco si chiude con un 1-1 firmato da Pelè al 18′ con un grande colpo di testa (esecuzione perfetta, stacco perentorio, sfida alla legge di gravità rimanendo in aria a lungo, e colpo che trafigge Albertosi; l’ultimo gol di Pelè ai Mondiali) e da Boninsegna che al 37′ approfitta di un’ingenuità difensiva dei brasiliani. Nella ripresa si balla il samba: Gerson al 65′, Jairzinho al 70′ e Carlos Alberto all’85’ fissano il punteggio sul 4-1. Il Brasile è tricampione, per l’Italia è comunque un ottimo secondo posto, che allontana sempre più lo spettro della Corea del Nord di quattro anni prima. La squadra di Valcareggi aveva anche vinto due anni prima gli Europei, ospitati in casa. Ci sono le premesse per disputare un ottimo Mondiale, nel 1974. La storia però, dirà dell’altro.
I risultati nel dettaglio.
Girone 1: Messico-Urss 0-0, Belgio-El Salvador 3-0, Urss-Belgio 4-1, Messico-El Salvador 4-0, Urss-El Salvador 2-0, Messico-Belgio 1-0 (Urss e Messico 5, Belgio 2, El Salvador 0).
Girone 2: Uruguay-Israele 2-0, Italia-Svezia 1-0, Italia-Uruguay 0-0, Svezia-Israele 1-1, Svezia-Uruguay 1-0, Italia-Israele 0-0 (Italia 4, Uruguay e Svezia 3, Israele 2).
Girone 3: Inghilterra-Romania 1-0, Brasile-Cecoslovacchia 4-1, Romania-Cecoslovacchia 2-1, Brasile-Inghilterra 1-0, Brasile-Romania 3-2, Inghilterra-Cecoslovacchia 1-0 (Brasile 6, Inghilterra 4, Romania 2, Cecoslovacchia 0).
Girone 4: Perù-Bulgaria 3-2, Germania Ovest-Marocco 3-2, Perù-Marocco 3-0, Germania Ovest-Bulgaria 5-2, Germania Ovest-Perù 3-1, Bulgaria-Marocco 1-1 (Germania Ovest 6, Perù 4, Bulgaria e Marocco 1).
Quarti di finale: Italia-Messico 4-1, Uruguay-Urss 1-0, Germania O.-Inghilterra 3-2 dts (2-2), Brasile-Perù 4-2.
Semifinali: Italia-Germania Ovest 4-3 dts (1-1), Brasile-Uruguay 3-1.
Finale per il terzo posto: Germania Ovest-Uruguay 1-0.
Finale: Brasile-Italia 4-1.