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2018

Messi lascia la nazionale: è il momento dell’addio all’Argentina

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messi argentina mondiali 2018

Messi lascia la nazionale: quella contro la Francia potrebbe essere stata l’ultima apparizione della Pulce con la maglia dell’Argentina

Solo. Perché Leo Messi è rimasto davvero solo. L’Argentina non lo protegge più. Il suo popolo ha smesso di credere che, grazie alle sue magie, potrà arrivare una nuova gioia Mondiale. Eppure la Pulce ce l’ha messa tutta pur di regalare questa gioia alla sua gente. Si è messo a rincorrere i difensori della Francia, si è dannato come un leone nell’ultima gara della fase a gironi contro la Nigeria. E ha sofferto, forse più di tutti, per la maglia dell’Albiceleste. Una maglia per lui maledetta, una maglia che potrebbe essersi sfilato per sempre a Kazan. Il Mondiale in Russia ha esasperato ulteriormente la situazione di Messi con l’Argentina. Lui, dal canto suo, si è congedato con un assist splendido per Sergio Aguero in pieno recupero. Ma non è bastato. L’Argentina va a casa, Messi va a casa. Da sconfitto. O forse, semplicemente, da essere umano. La storia di Messi con l’Argentina è avvolta da una sfortuna colossale. Nel 2005, segnando 5 gol in 9 partite nel Sudamericano Under 20, conquista il bronzo nel torneo e contribuisce alla qualificazione della nazionale argentina al Mondiale Under-20 tenutosi nell’estate dello stesso anno. Qui, segnando 6 gol in 7 partite, contribuisce alla vittoria finale della sua nazionale. Il commissario tecnico Pekerman lo convoca nella nazionale maggiore e lo fa debuttare il 7 agosto contro l’Ungheria: entrato al 64′, Messi lascia il campo in lacrime dopo solo 40 secondi, espulso dall’arbitro Merk per una gomitata rifilata al difensore Vilmos Vanczák. Cornuto e mazziato.

Prende parte al Mondiale 2006, seppur reduce da un infortunio. Esordisce nella seconda partita del girone, giocata contro la Serbia, diventando il più giovane giocatore a rappresentare l’Argentina in un Mondiale. Dopo pochi minuti fornisce a Hernán Crespo l’assist vincente e sigla anche il gol finale della vittoria per 6-0, ma l’Albiceleste viene eliminata agli ottavi di finale. Viene convocato per la Copa América 2007, nella quale l’Argentina viene eliminata in finale contro il Brasile. L’anno seguente è convocato dalla nazionale olimpica per disputare i Giochi di Pechino 2008. Il 23 agosto si prende la medaglia d’oro, fornendo a Di María l’assist che consente ai sudamericani di imporsi per 1-0 contro la Nigeria. Convocato da Maradona per il Mondiale 2010, Messi gioca tutte le partite della competizione, senza mai andare a segno: ai quarti l’Argentina è sconfitta per 4-0 dalla Germania ed è eliminata. Similmente a quanto accaduto al Mondiale, durante la Copa America 2011 disputa tutte le quattro partite giocate dall’Albiceleste, ma non riesce a realizzare alcun gol. L’Argentina, padrona di casa, è battuta ai quarti di finale dall’Uruguay ai rigori. Altra maledizione, altra delusione per la Pulce.

Anche il nuovo commissario tecnico Sabella decide di confermare Messi capitano dell’Albiceleste. Il percorso di qualificazione ai Mondiali 2014 inizia con il 4-1 contro il Cile, vittoria alla quale Messi contribuisce con una rete. Successivamente Messi riesce a segnare per sei partite consecutive mettendo a segno 10 gol che gli permettono di eguagliare il record appartenuto precedentemente a Hernán Crespo. Il 15 giugno 2013, nell’amichevole contro il Guatemala, supera Maradona e raggiunge Hernán Crespo come secondo miglior marcatore della nazionale con 35 reti, dietro al solo Batistuta (56 reti). Convocato per la Copa América 2015, in Cile, il 20 giugno 2015 raggiunge le 100 presenze in nazionale: Messi è il più giovane calciatore argentino della storia a tagliare questo traguardo. Nonostante un percorso netto, fatto di sole vittorie, la squadra di Martino si arrende anche in quest’occasione in finale, perdendo contro il Cile ai calci di rigore.

Nel 2016 viene convocato per la Copa América Centenario. In questa competizione subentra a partita in corso e segna una tripletta nel 5-0 inflitto a Panama valevole per la seconda giornata. Durante i quarti di finale, nella sfida contro il Venezuela, segna il gol del momentaneo 3-0. Si ripete pochi giorni più tardi, realizzando una delle quattro reti con cui l’Argentina si qualifica alla finale sconfiggendo gli Stati Uniti padroni di casa. Come nell’edizione precedente della Copa América, in finale l’Argentina si ritrova contro il Cile: dopo lo 0-0 dei tempi regolamentari e di quelli supplementari, ai rigori Messi fallisce il primo tiro dal dischetto e l’Albiceleste perde dagli undici metri 4-2. Al termine del match Messi annuncia il suo ritiro dalla nazionale, ma dopo un colloquio avuto con il nuovo ct Bauza il giocatore decide di tornare a vestire la maglia della Selección. Ora, dopo l’ennesima uscita di scena al Mondiale in Russia, non basterà più un Bauza a convincerlo a proseguire l’avventura con l’Argentina. Servirà un popolo intero. Forse. Che almeno Dio possa salvare Lionel Messi, genio maledetto dalla sua stessa nazione.

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