2020

Messi, costi stellari: cento milioni all’anno e i diritti d’immagine sono tutti suoi

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Lionel Messi costa una vera e propria fortuna: quasi 100 milioni all’anno senza contare i proventi dai diritti d’immagine

Chiunque si vorrà avvicinare a Lionel Messi dovrà cinquecento milioni. Clausola rescissoria esclusa, ovviamente. La Gazzetta dello Sport dà i numeri precisi: 440 milioni di euro. Tanto l’argentino ha strappato al club blaugrana quando ha firmato l’ultimo rinnovo (nel 2017).

Sono 110 milioni a stagione, lordi ovvio. Spalmati sui vari anni tra premio alla firma e ingaggio. Su l’Equipe in febbraio hanno quantificato in 8,3 milioni di euro lordi mensili lo stipendio di Messi. Moltiplicato per 12 fa 99,6 milioni. Per altri l’ingaggio è minore e il premio alla firma maggiore, ma la sostanza non cambia: Messi ha strappato a un Barça preoccupato un contratto da grandi sport americani. Nessuno ha mai guadagnato tanto nel calcio, e ancora oggi, 3 anni dopo, nessuno si avvicina a queste cifre.

È anche per questo che è difficilissimo pensare di portarlo via dalla Catalogna. Nessuno, specie in tempo di COVID, è in grado di garantirgli quelle cifre e i Messi da parte loro non vogliono fare sconti. Quando ha firmato col Barça l’ennesimo rinnovo Messi ha confermato per sé stesso anche il 100% dei diritti d’immagine, che in Spagna di solito si divido- no tra giocatore e club, cosa che gli porta un’altra manciata di milioni: 35 all’anno. Se dovesse cambiare squadra, quella voce resterebbe nel campo argentino.

Chi prende Messi dunque una volta che gli ha offerto uno stipendio incredibile può guadagnare in 3 ambiti: il «match- day», cioè gli introiti derivati dalle partite allo stadio, con biglietti e altro; il merchandising, magliette in primis, e gli sponsor, ai quali si possono chiedere più soldi vista la presenza del- l’argentino. Però la prima voce al momento è spenta, e la seconda azzoppata.

È chiaro che in tema di stipendio il decreto crescita attivo in Italia aiuta, visto che, dando per scontato che Messi si dovesse fermare nel nostro Paese i 2 anni richiesti dalla legge per usufruire dei benefici del decreto, il datore di lavoro pagherebbe le tasse relative al- l’accordo col giocatore sul 50% e non sul 100% degli emolumenti, con grande risparmio rispetto alla concorrenza in Spagna, Inghilterra o Francia. Immaginiamo che l’Inter stia facendo o abbia fatto tutti questi calcoli in maniera ancora più approfondita, traendo le proprie conclusioni economiche. Messi costa una fortuna. E lo sa anche lui.

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