2015
Mercato di riparazione 2015, Roma: pagelle
Il giudizio complessivo sulla sessione invernale di calciomercato condotta dalla Roma
QUADRO GENERALE – Le operazioni rilevanti condotte dalla Roma, ossia quelle che avranno effetto immediato sull’organico, risultano essere tre in entrata ed una in uscita: Nicolas Spolli e Victor Ibarbo arrivano con la formula in voga al momento, ossia in prestito e diritto di riscatto al termine della stagione, Seydou Doumbia approda a titolo definitivo mentre Destro si è trasferito al Milan sempre in prestito e diritto di riscatto da esercitare eventualmente a fine stagione. Sedici i milioni tra base fissa e variabile per portare l’ivoriano all’ombra del Colosseo, quindici – 2.5 di prestito oneroso e 12.5 per il riscatto – quelli che eventualmente serviranno a concludere la transazione Ibarbo: la sensazione è quella che qualora il Milan riscattasse Destro (da 16 a 18 milioni la possibile spesa) la Roma potrebbe di fatto girare i fondi al Cagliari.
MIGLIOR ACQUISTO – Seydou Doumbia. Non è un fenomeno, meglio chiarirci subito, ma un attaccante che può essere funzionale alle intenzioni di Garcia: l’assenza di Gervinho ha causato un accentramento della trama offensiva, con Ljajic ed Iturbe che tendono a rientrare sul piede forte in una zona di campo dove già si addensano capitan Totti e Miralem Pjanic. Dunque Gervinho ed Ibarbo per tornare a sfruttare le corsie ed il fondo, Doumbia per ritrovare quella profondità e quell’ampiezza che Totti per caratteristiche naturali non può garantire: il resto lo fanno i numeri, quelli di un attaccante classe ’87 che segna con una certa regolarità, 141 le reti complessive della sua carriera in 209 gare disputate tra campionato svizzero e russo. Ora la prova di un torneo più strutturato.
PUNTO DEBOLE – Gli esterni difensivi. Fattore già emerso nel corso della stagione ed esploso in tutta la sua forza in Coppa Italia con la Fiorentina: Montella ha optato per un assetto tattico che prevedeva i due esterni in posizione larghissima, di fatto sulla linea laterale, per allargare al massimo il campo e far perdere le coordinate a Maicon e Cole. Obiettivo centrato alla perfezione: le alternative sono i greci Torosidis ed Holebas, probabilmente più votati alla fase offensiva che a quella di contenimento. E Florenzi al momento è adattato in situazioni emergenziali. Tradotto: almeno un terzino sarebbe servito eccome alla causa giallorossa.
VOTO FINALE – 6. Sufficienza a dir poco stiracchiata perché, oltre alla circostanza appena riportata ed ammesso che la cessione di Destro sia da annoverare tra le scelte giuste, resta qualche perplessità di troppo sul tempismo con cui la dirigenza ha gestito la sessione di mercato: probabilmente sottovalutata l’assenza di Gervinho per via della Coppa d’Africa, la Roma ha perso verve offensiva e varietà di soluzioni, pena una serie infinita di pareggi che ha condizionato non poco la rincorsa alla Juventus per l’obiettivo scudetto dichiarato in primissima persona proprio da Garcia. Le soluzioni sarebbero dovute arrivare prima, come accadde con Nainggolan un anno fa: allora fu il Napoli ad attardarsi e pagare in termini di classifica, partenopei che hanno imparato dall’errore e non si sono lasciati trovare impreparati oggi innestando pedine di livello quali Strinic e Gabbiadini. Copione invertito? Fatto sta che la Roma deve ora guardarsi le spalle dal ritorno degli uomini di Benitez.