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Meluso e l’addio allo Spezia: «Nove mesi intensi vissuti a duecento all’ora»
Mauro Meluso, ex dirigente dello Spezia, ha pubblicato una lunga lettera di saluto per il club aquilotto: le sue dichiarazioni
Mauro Meluso, ex dirigente dello Spezia, ha pubblicato una lunga lettera di saluto per il club aquilotto. Le sue dichiarazioni.
«Breve, ma intensa! È stata un’esperienza di 9 mesi a 200 all’ora senza fermarsi mai, un periodo breve ma carico di emozioni forti. Grazie La Spezia!!! Popolata da gente sobria e orgogliosa, dovevamo mettere tutte le nostre forze per conservare la categoria, gli spezzini devono poter vedere nella massima serie la propria squadra dal vivo, nella speranza di metterci alle spalle questo benedetto coronavirus. Grazie ai miei compagni di viaggio: il pres Chisoli, Peri, Maggiani, Panetta, Parenti, Ferretti e tutti i dipendenti della sede. Una menzione speciale al dott. Gola (vero fuoriclasse),ai grandissimi Visci ed Invernizzi, il Prof. Coari, ai miei 2 “fratelli” Antenucci e Melissano. Il mister e il suo staff, i fisioterapisti, i medici, i magazzinieri, i nostri meravigliosi calciatori, Ottavio e Lorenzo della sicurezza, Gennaro ,Lazzini, l’autista del pullman Gabriele, gli angeli custodi della Digos e sicuramente altri che dimentico a causa della mia senilità precoce. Con i rappresentanti della comunicazione c’è stato uno splendido rapporto professionale, qualcuno deve ancora crescere ma non siamo tutti perfetti. Grazie alle persone che ho conosciuto a La Spezia: Andrea Casati, Vittorio Foce, Matteo e Mirko, Sergio Di Nubila, Davide Duce; sono felice di aver condiviso con loro questa favola a lieto fine, perché queste persone sono state per me di grande aiuto morale. Una dedica speciale a mia moglie, la donna più importante della mia vita e ai miei 3 figli Filippo, Felice e il nostro cane Jonny. Grazie anche al tifoso che sul 2 a 0 per la Fiorentina (a Cesena) ha urlato contro di me: è un veggente, mi ha ringraziato per il lavoro svolto 8 mesi prima del felice epilogo. Grazie alla tifoseria che non ha mai, sottolineo mai, perso la fiducia in noi, anche quando non ci credeva nessuno».