2017

Mazzola scommette: «Brozovic, così diventi un top player. I fischi…»

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Non sarà bella e spettacolare, ma vince. E lo fa spesso soprattutto. L’Inter di Spalletti, seconda forza del campionato e corsara a Benevento convince anche Sandro Mazzola, leggenda nerazzurra, raggiunta in esclusiva dai microfoni di CalcioNews24.com

Mazzola: Inter seconda con la Juve dopo 7 gare, se lo aspettava? «Siamo l’Inter, siamo pazzi. Noi siamo fatti così, quando sembra che siamo finiti siamo bravi a risalire la china. Poi Spalletti è un genio, uno di quelli che tiene il gruppo coeso sull’attenti, un generale. E’ l’uomo perfetto per la Pazza Inter e quest’anno possiamo toglierci grandi soddisfazioni».

Restando in tema di Pazza Inter, possiamo dire che il Pazzo Brozovic incarna perfettamente lo spirito? «Lui è un trenta che non fa sempre 31. All’inizio, quando fu acquistato non mi impressionò poi ho visto in lui i crismi del grande giocatore, ha qualità indiscutibili, peccato che certe volte sembri così incompiuto. Ma come dice Spalletti conosce bene il gioco e ha colpi importanti. Se può essere lui il trequartista per puntare al vertice? Senza alcun dubbio».

Brozovic fino a poche partite fa è stato bersaglio del pubblico di San Siro, un po’ come fu per Guarin e per altri in passato: può essere così più difficile fare bene per un giocatore? «Deve essere uno stimolo invece per Brozovic se vuole giocare in una grande squadra come l’Inter. Deve far ricredere tutti, perché ha le qualità per farlo. Anche io in passato a causa di un problema ai reni giocai sotto le aspettative e mi dovetti sorbire i vari mugugni, forse però mi aiutarono nel velocizzare recupero».

Icardi ancora a secco è un problema? «Quando sembra che non fa nulla e non tocca palla, lui lavora per capire come buttarla dentro. Poi ovvio, ha ancora parecchi margini di crescita».

Vergani, Odgaard, Merola e tutto un vivaio fantastico: quando questi grandi prospetti si faranno strada in prima squadra? «Quando ci sarà più pazienza. Tre di loro sono impressionanti per maturità».

In chiusura, chi lo vince il derby? «Non si dice, non si dice. Porta male».

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