2014

Numeri deludenti e scelte particolari: Walter Mazzarri non convince. E il confronto con Stramaccioni….

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MAZZARRI INTER SERIE A – Parlare di allarme rosso, con tutto il girone di ritorno ancora da disputare, è sicuramente prematuro. Di certo, però, il cammino dell’Inter sta andando ben al di sotto delle aspettative di inizio stagione: il sesto posto attuale non garantirebbe nemmeno la qualificazione in Europa League, obiettivo minimo prefissato da Thohir e soci, sebbene la meta più ambita, checché ne dica Walter Mazzarri, resti il terzo posto, ossia l’accesso alla prossima edizione della Champions League, seppur attraverso i preliminari.

NUMERI – A confermare questo deludente girone d’andata ci pensano i numeri: la banda nerazzurra ha ottenuto 31 punti in 18 giornate, addirittura quattro in meno della scorsa stagione, quando sulla panchina c’era Andrea Stramaccioni – che, per essere chiari, non era ancora un allenatore pronto, ma, quantomeno, guadagnava ‘solo’ 1,4 milioni di euro a stagione, contro i 3,4 (che l’anno prossimo diventeranno 3,8) percepiti dal livornese. Per non parlare della difesa, che, nonostante spesso e volentieri possa contare su ben 5 uomini a copertura di Handanovic, è stata perforata già in 22 occasioni, tre in più dell’anno scorso. Per assurdo l’unica nota positiva arriva dall’attacco, il terzo più prolifico della Serie A con 37 gol, a dispetto di un reparto bersagliato da infortuni – Milito e Icardi hanno giocato pochissimo – e dall’infelice scelta di acquistare Belfodil, per cui Branca ha sborsato 10 milioni di euro più il cartellino di Cassano: una follia, insomma.

ATTEGGIAMENTO – La premessa – doverosa – riguarda la forza della rosa a disposizione di Mazzarri: nessuno ha il paraocchi e dunque è inutile negare che la qualità dei giocatori nerazzurri è molto bassa. Non tale, però, da essere alle spalle del Verona in classifica, e, a questo proposito, molte delle scelte dell’allenatore livornese non convincono. Anzitutto la difesa a 3 – che, con gli esterni, diventa praticamente a 5 in fase di non possesso -, il suo ‘credo’ da diversi anni: il problema, però, è che nemmeno l’acquisto di Campagnaro – con lui da sette stagioni – è servito a spiegare al resto del reparto i meccanismi di gioco. E, allora, la domanda vien spontanea: perché non accantonare, anche momentaneamente, questo modulo? 18 gol incassati nelle ultime 12 giornate rappresentano un campanello d’allarme abbastanza rumoroso. Assordante, poi, se si considera che i punti portati a casa da quando Thohir è diventato presidente – quindi in 5 partite – sono cinque.

GIOVENTU’ – Anche in mezzo al campo non convince la gestione di alcuni giocatori, Mateo Kovacic su tutti: il croato, infatti, è un grande talento, seppur ancora acerbo. Di certo, però, difficilmente riuscirà a crescere e migliorare senza giocare con continuità: va bene regalargli qualche spezzone di match, ma, obiettivamente, vien difficile pensare che il numero 10 nerazzurro possa fare peggio in campo di quanto fatto da Kuzmanovic, buon centrocampista ma, come accaduto con Schelotto lo scorso anno, non all’altezza di giocare nell’Inter. 

SPUNTATO – Il mistero più grande, però, è legato al reparto offensivo: al netto degli infortuni che hanno colpito diversi giocatori – Icardi e Milito su tutti – è difficilmente comprensibile la scelta di giocare con un solo attaccante, Palacio, supportato da un centrocampista, Guarin, con Ricky Alvarez, unico giocatore dotato del cambio di passo che gli consentirebbe di giocare tranquillamente – e bene – alle spalle delle punte, dirottato sulla linea mediana. 

DUBBI – Le scelte dubbie, dunque, sono molte. A poco, poi, regge il confronto con il Milan di cui ha parlato Mazzarri: i rossoneri stanno attraversando uno dei momenti più difficili della loro storia, sicuramente il più negativo dell’era Berlusconi, motivo per cui, avere 9 punti in più della squadra di Allegri in classifica non è garanzia di un lavoro soddisfacente. Di certo però adesso servono risposte sul campo, a partire dalla gara di Coppa Italia contro l’Udinese. Perché se è vero che è quasi impossibile che i nerazzurri ripetano un girone di ritorno come quello della scorsa stagione, è altresì evidente che i tifosi nerazzurri si aspettano di più da quello che è stato definito, al momento della firma, il top player della squadra: sin qui, oltre ai consueti ‘pianti’ del dopo gara, di Mazzarri s’è visto poco. E anche Thohir inizia a rifletterci sopra…

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