2017

Matuidi alla Juve: il 4-2-3-1 di Allegri va già in archivio?

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Matuidi alla Juventus non rappresenta soltanto una soluzione in più per la mediana bianconera. Ma anche l’opportunità per Allegri di virare dal 4-2-3-1 al 4-3-3

Qualcosa più di un numero. Matuidi alla Juventus non rappresenta soltanto un giocatore in più a disposizione di Allegri per la mediana. Per il suo indiscusso valore, certo. Ma anche per le evoluzioni tattiche che il suo approdo all’ombra della Mole potrebbe comportare. Il suo profilo, infatti, non è del tutto aderente all’identikit del centrocampista di presenza e fisico che al meglio potrebbe “sostenere” l’impiego della fantasia di Pjanic nel 4-2-3-1 varato in primavera dal tecnico toscano. Per quello sarebbe stato meglio Matic, o in alternativa N’Zonzi. Obiettivi cui Marotta e Paratici non sono riusciti ad arrivare, o che forse non hanno voluto fino in fondo. Per via di una nuova soluzione tattica germogliata nella testa di Allegri nel corso dell’estate. E resa evidente dalle difficoltà della mediana in Supercoppa contro la Lazio.

Nonostante lo straordinario percorso europeo che ha portato la Juve fino alla finale di Cardiff, infatti, il 4-2-3-1 congegnato nella seconda parte della scorsa stagione dall’allenatore bianconero è molto ambizioso da sostenere. Soprattutto con un elemento “leggero” come il bosniaco in mezzo al campo, con esterni d’attacco non sempre in grado di aiutare incondizionatamente la fase difensiva, con una retroguardia oggi meno solida rispetto agli inarrivabili fasti della BBC dei tempi d’oro. Ecco allora maturare la suggestione: affiancare al 4-2-3-1 anche l’idea del 4-3-3. Per dare maggiore sostanza al centrocampo, in difficoltà come non mai ed in costante inferiorità numerica nella sfida dell’Olimpico di domenica sera costata alla Juve la seconda Supercoppa di fila. Matuidi in questo senso potrebbe rappresentare, insieme a Khedira e Marchisio, il prototipo ideale di interno di centrocampo, per “proteggere” a quel punto più facilmente l’estro di Pjanic nel dare il “la” alla manovra bianconera. Il vero tasto dolente al momento di questa squadra, oggi orfana non soltanto più di Pirlo ma anche di Bonucci.

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