2017
Matri leader del Sassuolo: «Mi sento al massimo. Il Milan…»
Alessandro Matri si è ritrovato al Sassuolo, ennesima avventura di una carriera con tante maglie: «Voglio finire in doppia cifra»
Il Mitra è tornato a sperare, una squadra sfiduciata è tornata a correre. Alessandro Matri, centravanti del rinascente Sassuolo, sta vivendo una settimana non banale, tra gol ritrovati e ricordi più o meno felici. Due doppiette di fila: scusate il ritardo? «Sono arrivato a Ferragosto senza aver fatto una preparazione adeguata col Milan. Avevo giocato poco, dovevo mettere minuti nelle gambe. Ora sono al massimo». Torniamo ai gol di domenica. Il primo, dopo 53 secondi il più veloce del campionato: «Un caso, ma diciamo che mi sono fatto trovare pronto». Il secondo: era cercato? «Certo, se avessi voluto crossare avrei colpito il pallone in un altro modo, non con l’interno collo».
SPERANZA SASSUOLO – Si parla di Defrel in partenza per Roma, però Matri sarebbe rammaricato di quest’addio, come conferma a “La Gazzetta dello Sport”: «Sarebbe un peccato, possiamo giocare insieme: lui svaria, a me piace muovermi in area». Ha detto «con Berardi diventa tutto più facile». Versione confermata nonostante il lungo stop del fantasista: «Ha qualità notevoli e tempi di gioco che agevolano i miei movimenti». Meglio il 4-3-3 di origini zemaniane o il 4-2-3-1 scelto da Di Francesco nelle ultime partite? «Non c’è grande differenza anche se con un trequartista alle spalle posso avere più spazi perché mi porta via un difensore centrale». Il salto dal Milan al Sassuolo? «Ho trovato una società organizzata, che non ha niente da invidiare alle più grandi». In coda sembra tutto deciso. Come si fa a restare motivati? «Ognuno ha un obiettivo: io penso a finire in doppia cifra, un giovane a crescere. E la squadra a far dimenticare il girone d’andata».
ASPETTATIVE E PASSATO – Cosa si aspetta a 32 anni, dopo tanti prestiti e tanti traslochi? «All’inizio non ci pensi: devi fare la gavetta, hai l’obiettivo di rientrare alla squadra che ha il tuo cartellino. Poi diventa pesante, cerchi una stabilità, hai una voglia di dimostrare quanto vali che rischia di essere controproducente. E magari passi per mercenario mentre cambi squadra perché vuoi giocare». Il gol più bello? «Il secondo al Pescara, a dimostrazione che è stato voluto». Il più importante? «Nella finale di Coppa Italia vinta contro la Lazio». L’allenatore a cui deve di più? E non risponda che ha imparato da tutti… «Si sa che sono legato ad Allegri, ho un rapporto che va al di là del campo. Differenze con Di Francesco? Eusebio forse è più metodico. Allegri sa mantenere l’equilibrio nei periodi brutti». Matri è cresciuto e ha debuttato in A nel Milan, mentre ha vinto tre scudetti con la Juve, avversario di domenica. Con chi vorrebbe giocare la sfida di Coppa Italia? «Con la Juve: conosco meglio l’ambiente anche se nasco milanista». Come finirà? «Vince la Juve, ha voglia di rifarsi dopo la Supercoppa». Al Milan un gol in 4 mesi, cosa non ha funzionato? «Me lo chiedo ancora adesso, forse mi sono caricato di troppe pressioni, ho avuto troppe aspettative».