2014

Materazzi: «Per Mou mi sarei buttato nel fuoco, Benitez esempio da non seguire»

Pubblicato

su

Parla l’ex difensore dell’Inter: «Moratti? Lo rispetto, ma con me non si sono comportati bene»

INTER MATERAZZI SERIE A– Buona la prima. Dopo aver vinto all’esordio, Marco Materazzi, allenatore-giocatore del Chennaiyin, si prepara alla sfida con Del Piero (oggi alle 15.30). Pensando ad un amico speciale, nonché suo ex allenatore: «Mourinho? Mi ha fatto i complimenti dopo il primo successo – spiega a ‘La Gazzetta dello Sport’ -, ma non ho bisogno di parlargli: i suoi insegnamenti li porto dentro. Avevo un budget per lo staff, ho deciso di tenere quello indiano. Il mio vice cammina con il libro di Mourinho e alla squadra insegna gli allenamenti che ci faceva fare all’Inter. Non capisco come faccia a saperli».

ADDIO – Inter e dunque Moratti, il suo ex presidente, fresco di dimissioni. Matrix si toglie qualche sassolino dalla scarpa: «Lo ringrazierò per sempre: mi ha permesso di vincere tutto. Detto questo, sotto la sua gestione non sono stato trattato benissimo. Era il capo e non ha fatto nulla quando il direttore dell’area tecnica, Ausilio, mi propose di fare l’allenatore in seconda degli Allievi regionali. Qualcuno non mi voleva più all’Inter».

RISPETTO – Alla base dell’addio, uno screzio con Mazzarri, nato proprio da una ‘stoccata’ di Moratti: «Quelle parole non le avrei mai pronunciate, l’avrei chiamato per chiarire in privato. Non era il momento per una uscita simile. Se le cose che ho letto sono vere, da Mazzarri, visto che tra l’altro è stato portato a Milano proprio da Moratti, mi sarei aspettato molto più rispetto».

STOCCATA – La stoccata vera, però, la rifila l’ex difensore nerazzurro parlando di Rafa Benitez, un allenatore con cui non hai mai legato: «Lo ringrazio perché mi ha insegnato come non bisogna comportarsi con i giocatori. Chi va in tribuna è molto più importante di chi va in campo: un allenatore non può permettersi di prendere per i fondelli le persone. Mou è stato il primo a dirmi che non ero un titolare, nonostante la stima e l’amicizia. Per lui mi sarei gettato nel fuoco. La sua è stata mancanza di rispetto. Lui soffre quelli che hanno personalità. Chiedete a Stankovic, il migliore in campo quel giorno, chi voleva mettere al suo posto. Ve lo dico io: Mariga. Fermo da 3 mesi. E in ritiro chiesi al gruppo storico di alzare il livello della tensione, perché eravamo morti. Dissi «Litighiamo tra noi». Era la tattica di Mazzone: quando vedeva la concentrazione bassa, prendeva il primo a tiro e lo faceva nero. E gli altri alzavano le antenne».

TASTO DOLENTE– Quanto alla sudditanza psicologica, Materazzi ha un punto di vista particolare, specie dopo Juventus – Roma: «L’arbitro può sbagliare, ma non in quel modo. Altrimenti diventi protagonista: se uno esce dalla barriera, lo ammonisci e fai ripetere la punizione. Non ce l’ho con gli arbitri. Ho visto Rizzoli alla finale Mondiale: un fenomeno. Dopo Collina, metto lui e Webb».

RIPARTIRE – Dopo un Mondiale pessimo, l’Italia riparte da Antonio Conte: « È il nostro tecnico migliore: può ricreare una Nazionale forte e soprattutto unita. Fa bene a non guardare in faccia nessuno sulle convocazioni. Secondo me Prandelli ha ecceduto in gratitudine nei confronti di alcuni giovani dopo l’Europeo. La verità è che nei momenti difficili è lo zoccolo duro a fare la differenza. Pirlo, Buffon, De Rossi… Se han- no detto alcune cose dopo l’eliminazione, vuol dire che il clima era sbagliato». 

BALO… – Senza Balotelli, escluso fin qui dal ct salentino: «Ha tutto per essere un campione, ma non ha fatto progressi. Anzi è tornato indietro. Mario è una persona educata, sensibile e ha sofferto. Ma dovrebbe andare in giro, anche in India, per capire alcune cose. Doveva prendere esempio da Ibra, da quello che faceva in allenamento. Ibra è incredibile, dà sempre il massimo e pretende il massimo da tutti. Solo così si diventa grandissimi». 

 

Exit mobile version