2018
Materazzi assicura: «Lautaro è forte quanto Icardi»
Durante il festival dello Sport di Trento, Marco Materazzi ha parlato dell’Inter e della coppia argentina Icardi-Lautaro
«Icardi-Lautaro? E’ una coppia forte, poi ci vogliono le condizioni per poterli fare giocare insieme: deve decidere Spalletti». Dal ‘Festival dello Sport’ di Trento’ Marco Materazzi si sofferma ai microfoni della Gazzetta dello Sport e dice la sua sulla potenziale convivenza in attacco dei due punteri argentini dell’Inter, aggiungendo anche un elogio per entrambi: «A me piacciono moltissimo, Mauro ha già fatto la storia del club: è rimasto ‘incatenato’ alla Pinetina per tutti questi anni e ha fatto 103 gol. Mi auguro che Lautaro faccia la sua stessa strada». Oggi sarà ricordato insieme agli altri suoi compagni di squadra per il Triplete del 2010, ricordo indelebile nella sua mente: «Primo ricordo? Forse la prima partita in amichevole contro il Chelsea, a Pasadena, dove incontrammo una signora squadra e ci domandammo dove saremmo potuti arrivare in Europa. Non giocammo una grande partita, e invece poi li buttammo fuori dalla Champions: lì partì la convinzione di potercela fare. La gara che ha spaccato la stagione è stata a Londra, contro i Blues, perché venivamo da una brutta sconfitta in campionato con il Catania: o vincevamo e facevamo la storia o dovevamo ricominciare».
Materazzi prosegue: «Momento più bello? Quando questo signore (indica Zanetti ndr) ha alzato la Coppa, per tutti gli interisti era il coronamento. Io avevo già vinto la Coppa del Mondo, poi ho avuto la fortuna con i miei compagni decennali di vincere anche la Champions». Chiusura dedicata allo stretto presente: «Dopo una falsa partenza, l’Inter si è rimessa in carreggiata. In Champions nessuno si aspettava fosse lì, a punteggio pieno, contro tutti pronostici; ce la giochiamo perché adesso avremo le gare in casa che saranno spartiacque. Con 10 punti si può andare agli ottavi, poi lì può succedere di tutto: la Roma insegna in questo senso. Ci potrebbe anche essere un bel derby, perché no?”»