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Massimo Maestrelli: «La LAZIO del 1974 è un’emozione senza fine ed una storia di amicizia. Chinaglia, Re Cecconi, D’Amico, mio padre: una vita da FILM»

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Massimo Maestrelli, figlio dell’allenatore Tommaso, ha parlato a La Gazzetta dello Sport della Lazio scudettata del 1974

Sono giorni di rievocazioni del primo scudetto della Lazio, a 50 anni di distanza, che sarà celebrato domenica allo stadio Olimpico. Di quell’impresa, nel 1974, parla oggi su La Gazzetta dello Sport Massimo Maestrelli, il figlio dell’allenatore che il popolo biancoceleste ha ancora nel suo cuore.

EMOZIONE«Arrivato ai 60 anni pensi di avere la corazza per affrontare tutto. E invece quando ti trovi lì, con tutta quella gente che applaude e ricorda, le emozioni ti travolgono. È successo l’anno scorso per i 100 anni della nascita di babbo, sarà così anche domenica».

UNA FAMIGLIA CHE SI RIUNISCE«Proprio così. Di solito queste ricorrenze servono a far ritrovare persone che, pur unite da un forte legame, non si incontrano spesso. Non è il nostro caso. Noi almeno una volta al mese ci vediamo. Anche chi vive al Nord, come Stefano Re Cecconi, ci raggiunge. E di solito lo ospito io a casa mia».

GELOSO DI CHINAGLIA – «Assolutamente no, anche perché Giorgio lo vedevamo come un fratello maggiore. Anche se lui era lui…nel senso che aveva tutto quel suo modo di fare».

MASCOTTE CON IL FRATELLO«Sì, c’era un rapporto speciale con Re Cecconi e D’Amico. Vincenzo era il più giovane e quindi quello che giocava più volentieri con noi. Ma ci adoravano tutti».

LAZIO FONTE DI ISPIRAZIONE«Vero. Stiamo girando un film sulla vita di mio padre, uscirà al cinema a ottobre. I registi sono Alberto Manni e Francesco Cordio. Ripercorreremo tutta la vita di Babbo, non solo l’avventura nella Lazio. Io sarò la voce narrante».

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