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Massimo Coda: «Mi chiamavano Prosciuttone, ora voglio riportare la Cremonese in A»
Massimo Coda fissa l’obiettivo per questa stagione: riportare la Cremonese in massima serie. Le sue dichiarazioni
Massimo Coda, classe 1988, è il capocannoniere della Serie B. Nella Cremonese viaggia alla media di una rete a partita, 7 gol in 7 incontri, con l’ambizione di riportare i grigiorossi nella massima categoria. Ecco i racconti sul presente, dove punta a diventare il massimo bomber della B andando a superare il record di Stefan Schwoch e quelli sulla sua carriera forniti a La Gazzetta dello Sport.
É FACILE FARE GOL – «Mica tanto, ogni volta ti devi confermare, ripartire da zero. Non è scontato. Il ci riesco ed è un pregio. Mi piace essere considerato uno che fa la differenza, è una fiducia che fa da stimolo».
FORTE CODA O SCARSI GLI ALTRI – «Tutti gli allenatori mi hanno detto che avrei potuto fare la A. Ma non è possibile che siano sempre scarsi gli altri…».
LA ROTTURA DEL GINOCCHIO A PARMA – «É uno dei miei più grandi rimpianti. Sono rientrato a fine stagione, ma in quel Parma si parlava solo di fallimento, eravamo una squadra morta. Poi ho fatto ancora la A con il Benevento, ho fatto bene con De Zerbi: peccato, eravamo già spacciati».
LUCIONI DICE CHE LEI SI É ACCONTENTATO – «Fino a 24 anni ho fatto la C, la testa è cambiata andando in Slovenia. Lì ho capito che potevo fare di più, ma fare la B così non è un ridimensionamento, anzi».
TRE PROMOZIONI NEGLI ULTIMI 4 ANNI – «Ovviamente cerchiamo di allungare, pur conoscendo le insidie della B. Visto l’anno scorso le squadre che dovevano vincere e invece sono retrocesse?».
A LECCE LO CHIAMAVANO “PROSCIUTTONE” – «Salvatore Lanna, il vice di Corini, mi faceva saltare e mi diceva: “alza sti prosciutti!”. E Gabriel, il portiere, mi sfotteva… Molto meglio quando mi chiamavano “Hispanico”, da Benevento».