2015
Masina: «Da Bologna non me andrei mai»
Il giovane terzino si racconta: «Sogno il Mondiale con l’Italia»
Adam Masina è uno dei talenti della nuova generazione del calcio italiano. Nato in Marocco ma adottato da una famiglia di Bologna, è diventato un punto di riferimento del Bologna e uno dei giovani più interessanti della Serie A. Terzino, attore teatrale e lettore accanito, Masina ha raccontato la sua storia: «Sono nato a Khouribga in Marocco ma non ho mai conosciuto Mina, mia madre, perché è morta quasi subito dopo il parto, dicono di peritonite. I miei vivevano fuori Bologna ma vollero farmi nascere vicino casa propria e non fu una buona idea. A cinque mesi sono tornato in Italia ma mio padre non poteva tenermi e quindi ho passato la mia infanzia in una casa famiglia nei dintorni, la “Maranà-tha”».
PERIPEZIE – Affezionato al libro Novecento di Alessandro Baricco, Masina ha una vita simile a quella del protagonista, infatti le sue peripezie sono state molte: «Sono stato dato in affido ad alcune famiglie, tra cui quella di Raffaele Masina, che si era da poco separato dalla moglie e non poteva tenermi con sé, ma quando la sua vita si è riassestata sono andato a Galliera con lui. Col mio vero padre non ho rapporti da tempo, so che vive in Francia. Quando avevo cinque anni trascinò me e mio fratello in giro per andarsi a ubriacare vicino Bologna. Noi piangevamo e gli chiedevamo di portarci da Raffaele che poi riuscì a trovarci. Ci fu del caos, ci furono liti e intervennero i carabinieri ma fu la svolta. Da mamma mi ha fatto mia nonna Teresa, ma quando entro in campo però penso solo a mia madre Mina e alla Madonna, sono diventato cattolico praticante. Scoprire le mie radici in Marocco? Non he ho mai avuto voglia, dico la verità».
PRIMA CLASSE – A La Gazzetta dello Sport Masina ha anche parlato dei suoi sogni e della sua volontà di emergere in maglia rossoblu: «Ho scoperto di essere passato in prima classe quest’anno allo Juventus Stadium, Del Piero era mio idolo e sognavo di giocarci da quando ero in Primavera, il mio allenatore di allora non ci credeva ma mi ha telefonato per scusarsi. Il mio sogno è vincere la Coppa del Mondo con l’Italia, mentre a Saputo dire di investire e farci vincere. Da Bologna non me andrei mai, il mio cuore è per il Bologna. Ruolo? Finora ho fatto di tutto, mi manca giocare in porta. Mi sento perfetto come terzino d’attacco nel 4-4-2 o esterno sinistro nel 3-5-2. Non sono sicuro di essere pronto per Conte ma se mi chiama volo. Mio padre Raffaele mi ha insegnato tanto, soprattutto il libro Novecento di Baricco che ormai so a memoria. Anche a Colucci devo tanto, mi ha fatto crescere in primavera. La salvezza del Bologna sarebbe bellissima, se ci salviamo porto in scena il libro di Baricco, un teatro mi ha già dato disponibilità!».