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Marotta: «Inter, meno male che sono arrivate le proprietà straniere. Gli aneddoti sulla mia carriera»

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Beppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter, ha così parlato a margine della presentazione dei finalisti del Golden Boy

Beppe Marotta, ad dell’Inter, ha così parlato a margine della presentazione dei finalisti del premio Golden Boy. Le parole a Tuttosport.

GLI INIZI – «Credo che quel Varese che ha vinto tanto era frutto di tante cose, tra cui la competenza. La mia carriera? Dopo Varese, vado al Monza. Esisteva ancora l’istituto della compartecipazione, vendetti Casiraghi alla Juve. Poi Como, Ravenna, Venezia dove ho avuto la fortuna di riportare la squadra in A dopo 35 anni. Lavorare con un grande industriale? Ho avuto la fortuna di lavorare sempre con presidenti diversi, da Zamparini a Garrone e Agnelli. Devo dire che da ognuno di questi ho appreso qualcosa che arricchiscono il mio bagaglio che ritengo pieno di esperienza».

COLPI DI MERCATO – «Vidal è una eccezione, riusciva fisicamente ad avere un motore che gli faceva sopportare delle serata “diverse”, in campo dava tutto. Alla Sampdoria avevo il figlio di Gheddafi e Cassano. Trattativa difficile in uscita? Quella di Pogba. Lunga e onerosa, è durata tre giorni filati, chiusi in albergo con i dirigenti del Manchester United. Contemporaneamente abbiamo preso Higuain, bisognava però prima cedere Pogba perché non potevo prenderlo senza prima aver ceduto Paul. Avevo chiesto l’autorizzazione a procedere ad Agnelli, è stato un po’ rischioso».

INTER – «Meno male che sono arrivate le proprietà straniere, non so dove sarebbe arrivato il nostro calcio senza di loro. Abbiamo dovuto acuire l’ingegno, fare di necessità virtù, anche se non facciamo grandissimi investimenti, la proprietà ci garantisce comunque di allestire delle rose competitive. Lo scorso anno siamo arrivati in finale di Champions. Il vantaggio di questa proprietà cinese è che ti lascia lavorare in tranquillità, non ti condiziona».

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