2014
Atalanta, Marino «Garcia ricorda Mourinho»
Il dg nerazzurro: «Roma corazzata fortissima, dovremo soffrire»
ATALANTA MARINO SERIE A – «Un’Atalanta operaia come quella vista nelle ultime giornate, non me la ricordavo. Ci approcciamo con umiltà e rispetto agli uomini di Garcia, consapevoli del fatto che una squadra con il cuore e con il dna dell’Atalanta spesso e volentieri riesce a sorprendere. E non è un caso se siamo riusciti a fermare il Napoli stratosferico delle ultime giornate…». Pierpaolo Marino, intervistato dai microfoni di Sky Sport, elogia la sua Dea, che nelle ultime tre partite ha sempre pareggiato, riuscendo a muovere la classifica dopo un avvio difficoltoso.
QUERELLE – Quanto al provino di Mario Balotelli con l’Atalanta, il dg nerazzurro fa chiarezza: «Io ho solamente riportato l’aneddoto del maestro Bonifacio, che arbitrava queste partitelle tra ragazzi. E fu insultato da Balotelli, che era qualitativamente molto forte ma venne scartato proprio per questo suo modo di comportarsi».
MANCANO I GOL – Sottotono, in questo avvio, German Denis, autore di un solo gol in undici partite: «Il problema di Denis è che negli ultimi anni ha abituato molto bene la sua gente, segnando valanghe di gol. E quando poi ne segni solo uno… È normale che ci siano delle critiche. Quanto all’attacco in generale, l’inizio di stagione a volte può ingannare, sia nel bene che nel male. L’anno scorso avevamo fatto 13 punti, quest’anno 10: siamo lì, stiamo solo lavorando per trovare la quadratura del cerchio».
L’AVVERSARIO – Infine una battuta sulla Roma, che alla ripresa del campionato sarà protagonista in quel di Bergamo: «È dai tempi di Mourinho che non avevamo un comunicatore come Rudi Garcia, anche se sono differenti. Il tecnico francese ha invitato i suoi a pensare a partita dopo partita, quindi penso che verranno a Bergamo convinti di giocare una partita di Champions League. Non dobbiamo pensare sulla loro eventuale distrazione, poi se ci sottovalutano tanto meglio. Dovremo arroccarci a difesa del fortino di Bergamo, un po’ come accadeva nel Medioevo, e respingere la corazzata Roma».