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Marino: «Juric? Credo che rinnoverà il contratto con il Torino»

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Pierpaolo Marino, ex uomo mercato e dirigente dell’Udinese, ha parlato di Torino, Juric e Superlega

Pierpaolo Marino, ex uomo mercato e dirigente dell’Udinese, ha parlato di Torino, Juric e Superlega. Le sue dichiarazioni a Tuttosport:

RINNOVO JURIC«Ma secondo me tra febbraio e marzo lui e Cairo rinnoveranno il contratto: la cosa più probabile. Da molto tempo Juric non critica più la società, i toni sono distesi, la classifica è buona e prevedo che sarà anche decisamente migliore, alla fine. La classifica è cortissima e il Toro ha la rosa per lottare per l’Europa League. Ed è sicuramente in lizza per la Conference. Col girone di ritorno inizierà il vero campionato: e il Torino disputerà un ottimo ritorno, ne sono convinto. Ora poi che Juric ha anche trovato il modulo giusto con la doppia punta… Zapata sta tornando a brillare ed è uno che fa la differenza. Anche Sanabria sta crescendo. La svolta è stata giusta, il Toro ha due attaccanti da alta classifica».  

SUPERLEGA«Una svolta epocale, ciò che è successo. D’ora in poi un’eventuale scissione di club in Europa sarà possibile, è stata legalizzata. Non subito, ma non mi stupirei se tra una decina anni avessimo una Nba in salsa europea. Il trend sembra chiaramente questo, viste le multinazionali, i fondi e le potenze economiche sempre più gigantesche in ballo attorno al calcio d’élite. Oltre agli arabi, naturalmente. Quando i tribunali ordinari mettono mano al calcio creano scompiglio. Lo si era già visto ai tempi di Bosman o con la legge 91. Però questo è un terremoto enormemente più grande. Io sono contrario, perché queste svolte nei tribunali non sempre portano benefici. Oppure li portano solo a pochi club, che sono già i più ricchi e potenti. Nei fatti, la Superlega sarebbe un torneo quasi esclusivamente a iscrizione, svuoterebbe di interesse i campionati nazionali, la forbice tra pochi club e tutti gli altri diventerebbe ancora più enorme, in particolare le società di medio e medioalto livello sarebbero le più danneggiate. Il tutto, a vantaggio anche di club che già non rispettano nemmeno il fairplay finanziario… E poi penso ai tifosi: la massa non capirebbe. Io sono per il calcio antico: la passione che si tramanda di padre in figlio, gli stadi pieni, le qualificazioni alle Coppe frutto solo di meriti guadagnati sul campo… Cosa sarà il nostro calcio tra 10 o 15 anni? Solo uno show plastificato, temo, per pochi club eletti, che si invitano tra loro a tavolino a giocare un torneo con la certezza tutti gli anni di incassi smisurati da tv e sponsorizzazioni. Non è il mio calcio, ma nemmeno quello di milioni e milioni di tifosi».  

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