2015
Maribor, Gigli: «Il mio idolo Nesta, l’Europa con il Maribor e il fallimento del Parma»
Intervista al difensore italiano del Maribor tra passato, presente e futuro
Testa alta, petto in fuori e una grande voglia di dimostrare il proprio valore. Abel Gigli è cosi, ambizioso e determinato. Nato a Busto Arsizio venticinque anni fa, Gigli in estate è tornato a giocare in Slovenia dopo l’esperienza al Nova Gorica. Libero dopo il fallimento del Parma, Gigli ha firmato un biennale con il Maribor, una delle squadre con maggiore tradizione anche a livello europeo. Noi di Calcionews24.com lo abbiamo raggiunto per avere testimonianza di questi primi mesi e per ripercorrere le tappe della sua carriera che ha visto anche la grande delusione di Parma, società nella quale è cresciuto.
Dopo l’esperienza al Nova Gorica, sei tornato a giocare in Slovenia con la maglia del Maribor. Com’è nata questa possibilità e perchè hai fatto questo tipo di scelta?
«E’ nata semplicemente dal fatto che sono stato contattato dal direttore del Maribor. Probabilmente era rimasto favorevolmente impressionato dopo avermi visto giocare dal vivo. Nella finale di Coppa di Slovenia che giocammo contro di loro feci una buonissima partita. Naturalmente saranno stati allettati dalla possibilità di prendermi a parametro zero dopo il fallimento del Parma. Mi hanno voluto e hanno avuto più fretta rispetto alle squadre italiane perchè avevano già il preliminare di Champions League e le prime gare di campionato a luglio. E’ stata una scelta rapida, Maribor è una squadra importante. Capisci che è una vetrina interessante, questa squadra ha fatto per cinque anni consecutivi la Champions o l’Europa League».
Dopo questi primi mesi possiamo fare un primo bilancio?
«Positivo, ho giocato tutte le partite di campionato appena arrivato. Nei primi di settembre ho avuto un problema fisico che mi ha penalizzato molto ma adesso ho ripreso a lavorare con il gruppo. Era iniziata bene da un punto di vista personale, sono riuscito ad essere titolare subito nonostante non abbia fatto la preparazione con loro. La squadra ha avuto un avvio difficile perchè c’era grande delusione dopo l’uscita dalla Champions per mano dell’Astana. Adesso siamo in ripresa e pensiamo a rimontare anche in classifica».
Al Nova Gorica eri facilitato con la lingua dalla notevole presenza di compagni di squadra italiani. Adesso come va con la lingua?
«Con l’inglese me la cavo. Qui parlano tutti inglese o perlomeno c’è anche il secondo allenatore che traduce per tutti. Al Nova Gorica era come se avessimo disputato un campionato italiano perchè lo staff tecnico era italiano e anche molti giocatori. Era tutto più facile, qui ci sono cose che devi imparare che non sono tipiche del calcio italiano. Però è andata bene con l’ambientamento, se non avessi avuto questa possibilità avrei avuto dei problemi».
Dopo una stagione positiva in quel di Crotone ti saresti aspettato maggiore considerazione dal nostro calcio?
«Sono contento della scelta che ho fatto. Tra una nuova esperienza in B e una squadra che negli ultimi anni ha partecipato alle competizioni europee ho optato per la seconda. Basti pensare alla partita di Champions che hanno giocato l’anno scorso con il Chelsea per capire la dimensione di questo club. Poteva essere un passo avanti nella mia carriera: anche se sono nato e cresciuto in Italia, non ho mai pensato in maniera negativa alle esperienze all’estero. Qualche sondaggio era arrivato anche in Italia ma non era concreto o perlomeno non c’era questa fretta che ho riscontrato qui. Venendo dal fallimento del Parma che è arrivato luglio ho visto diversi miei compagni che hanno trovato squadra più avanti. Qua i tempi sono diversi, le contrattazioni arrivano prima. Non avevano tutto questo tempo e mi hanno messo nella condizione di scegliere in tempi brevi. Ho preferito prendermi questa chance e continuare. Non nego che un domani mi piacerebbe tornare in Italia».
Cosa ti è rimasto dentro di quei mesi d’incertezza e cosi difficili al Parma?
«E’ stato veramente difficile vedere una società che mi ha formato in quelle condizioni per colpa di gente che ha fatto i propri interessi a discapito della società e della città di Parma. Hanno distrutto la vita di tanti tesserati o dipendenti che si trovano la vita stravolta per colpa loro. Sono contento che il Parma è andato nelle mani di gente seria e onesta perchè ho avuto modo di conoscerli personalmente. Con il mister Apolloni abbiamo condiviso l’esperienza al Nova Gorica mentre con il direttore Minotti perchè mi avrebbe voluto portare con lui».
Tornando all’attualità: al Maribor hai scelto la 13, come Nesta…
«Essendo milanista sono cresciuto con due idoli calcistici: Maldini e Nesta. Per caratteristiche non rispecchiano quelle loro, sono stati la coppia centrale difensiva più forte di sempre. In alcune cose mi vedo in Miranda dell’Inter, per tipologia di giocatore».
Al Nova Gorica avevi stretto una grande amicizia con Lapadula che si sta mettendo in grande evidenza al Pescara. Te lo aspettavi a questi livelli o pensi che il meglio debba ancora venire?
«E’ uno dei miei migliori amici a livello generale e nel calcio è la persona a cui mi sono legato di più. Ci sentiamo molto spesso, un giorno si e un giorno no. Sono strafelice per lui ma a differenza di molte persone che sono nel mondo del calcio non sono affatto sorpreso di lui. Per me è in linea con quelle che sono le sue possibilità: mi viene da sorridere pensando a chi si stupisce tanto anche perchè non è il primo anno che fa cosi bene. Ho visto gente giocare in categorie maggiori molto meno validi di lui e non capisco perchè non gli sia data una chance prima. In primis le responsabilità possono essere nostre che scendiamo in campo ma io credo che sia dovuta ad una errata gestione dei giovani a Parma. Non mi spiego certe cose, lui è un giocatore importante. E’ uno dei migliori attaccanti della serie B ma glielo dicevo già l’anno scorso. Non mi ha stupito l’anno scorso quando ha fatto una grande annata in Lega pro e nemmeno quest’anno con la maglia del Pescara. Secondo me è un giocatore che può ambire alla serie A, so la fame che ci mette perchè abbiamo diversi aspetti che ci accomunano da questo punto di vista».
Parlaci di Maribor: cosa ti piace di più e cosa di meno?
«Mi trovi impreparato (ride ndr). E’ carina solo che essendo abituato in maniera diversa, faccio difficoltà con il mangiare».
Del passato quale scelta non rifaresti?
«Ascoltare Leonardi dopo l’ultimo anno di Primavera dove avevo avuto la possibilità di stare in prima squadra con Guidolin. Mi ricordo che il mister mi avrebbe voluto tenere. Poi è andato via ed è arrivato Marino, mi ha chiamato la società dicendomi che sarei dovuto andare via in prestito all’Atletico Roma con Lapadula. Tu li credi che il direttore della tua squadra ha interesse e la volontà di farti fare la scelta migliore e invece non era assolutamente così. Eravamo tanti ragazzi del vivaio di quell’anno e ci ha fatto fare una scelta subito in salita. Le scelte non erano state ponderate per il nostro bene e vedendo com’è andata a finire, evidentemente avevano degli interessi dietro. Con il senno di poi è uscito di tutto, vedendo i tipi di personaggi mi dispiace molto di aver dovuto fare quelle scelte».
Che effetto ti ha fatto vedere Leonardi in panchina con il Latina a Modena? Galloppa ha espresso tutto il suo disappunto…
«Io non voglio parlare tanto, mi unisco alle parole di Daniele che conosco personalmente ed è un ragazzo eccezionale. Capisco il fastidio che si può provare considerando su quali campi è costretto il Parma e la grande voglia che sta mettendo per risalire. Una società che ha vinto le coppe e vedere le persone che hanno perso il lavoro, ragazzi e ragazzi buttati in prestito da una parte all’altra. Perdere tutti i soldi promessi, vederlo ancora nel mondo del calcio non è una cosa normale. Fa rabbia a noi che abbiamo avuto a che fare con quella società, abbiamo ascoltato le promesse che ci hanno fatto. Non hanno ancora pagato e questo fa rabbia».