2014
Maresca: «Olympiacos? Come a Istanbul»
Il centrocampista del Palermo mette in guardia la Juventus
JUVENTUS PALERMO MARESCA – Impegnato con il Palermo, che deve dare una svolta alla propria stagione, Enzo Maresca ha smesso per un attimo i panni del centrocampista rosanero per analizzare la prossima sfida di Champions League della Juventus contro l’Olympiacos, squadre con le quali ha giocato in passato: «Sono stato il primo italiano a vestire la maglia biancorossa. Stadio Karaiskákis bollente? E’ lo stadio più caldo della Grecia. Ho girato tanto in questi anni e posso garantirvi che è uno dei più rumorosi d’Europa. La Juve troverà un’altra Istanbul. L’Olympiacos in casa si trasforma. Però… La Juve sulla carta è superiore. I giocatori bianconeri sono abituati a giocare ad alto livello: sono certo che non si faranno influenzare dall’ambiente. Penso in particolare a uno come Tevez, abituato al campionato argentino dove si gioca con il coltello tra i denti», ha dichiarato ai microfoni di Tuttosport.
PIRLO… E GLI ALTRI – Non dà consigli a Pirlo, che considera un vero fenomeno: «Purtroppo, negli ultimi tempi, vista la carenza di qualità l’utilizzo del termine “fenomeno” è stato troppo abusato. Basta che uno giochi bene due partite per ascoltare elogi esagerati. Pirlo, invece, è davvero un fenomeno, unico nel suo genere», ha spiegato Maresca, che ha parlato poi dell’allenatore dell’Olympiacos, Michel, che affrontato in Liga e rappresenta una garanzia. Il centrocampista è sicuro che i greci affronteranno la Juventus aggredendola e puntando su ritmo e intensità. Occhi puntati su Mitroglou, ma non solo: «Abbiamo giocato insieme, anche se nel 2009-10 era un altro giocatore rispetto a oggi. Il Mitroglou che ho conosciuto io era un ragazzo di qualità, però con una mentalità da giovane. I gol degli ultimi anni sono la prova che è maturato. Ma non c’è solo lui. Afellay è un altro giocatore di esperienza: ci siamo affrontati in Liga, quando lui era al Barcellona».
ALL’ATTACCO – Maresca non vuol sentire parlare di complessi europei per la Juventus, né condivide le critiche piovute a Llorente: «Fernando è un attaccante fondamentale, a prescindere dai gol. Svolge un ruolo importantissimo nell’economia di una squadra. Non avevo dubbi la scorsa stagione e non ho dubbi ora: continuerà a segnare. Morata? Di lui si diceva un gran bene, perché segnava molto nelle giovanili del Real Madrid». Il centrocampista, che in futuro vorrebbe tornare a giocare in Spagna ma che ora pensa solo al Palermo, non ha rimpianti circa i suoi anni juventini, anzi ha ringraziato la Juventus per averlo lasciato andar via, perché in Spagna gli si è aperto un mondo nuovo e col Siviglia ha vinto diversi titoli.