2015

Marchisio: «Juve, siamo in un momento cruciale dell’anno»

Pubblicato

su

Il numero otto bianconero: «Abbiamo dimostrato di avere ancora fame»

«Il primo obiettivo è stato raggiunto. Ma siamo veramente arrivati ad un punto cruciale della stagione e aver raggiunto un obiettivo così importante come la Coppa Italia vuol dire che la squadra sta bene. E sta facendo quello che deve fare: vincere e cercare di arrivare in fondo a tutti gli obiettivi». Claudio Marchisio, intervistato dai microfoni di ‘JTV’, lancia la Juventus, sempre più dominatrice nonostante l’addio di Conte ad inizio anno: «Su di noi c’era molta pressione e anche grandi aspettative: sono tre anni che vinciamo il campionato e ogni anno si presenta la solita domanda. Anche quest’anno abbiamo dimostrato di avere fame e grande spirito di sacrificio».

EMOZIONI – Una serie di successi iniziata a Trieste, tre anni fa, proprio sotto la gestione Conte: «Nel cuore porterò sempre la notte di Trieste, che ci ha regalato il primo Scudetto. E’ stata un’annata intensissima, piena di emozioni. Quel momento, al triplice fischio, me lo porterò dentro come uno dei ricordi più belli, forse, se non il più bello. Quest’anno ci sono state tante partite importanti dalla vittoria del derby all’ultimo secondo, con la Roma, ma anche in Champions la partita di Dortmund. E anche l’ultima con la Fiorentina per come si era messa all’andata dove avevamo sbagliato la partita, abbiamo dimostrato, anche con assenze importanti, che il gruppo è sempre più importante del singolo».

TUTTO BENE – E se la condizione fisica sembra ottimale, nonostante l’allarme in Nazionale («Gioco bene anche perché quest’anno non ho ancora avuto infortuni importanti. La scorsa stagione sono stato condizionato da uno stiramento al collaterale. Nella carriera di un calciatore ci sono momenti positivi e altri meno: l’importante è riuscire sempre a vincere qualcosa»), a livello psicologico Marchisio sembra crescere sempre di più con il passare dei mesi. Cresciuto nel settore giovanile bianconero, il centrocampista può essere considerato a tutti gli effetti una bandiera della Juve: «Stare sempre nella stessa società dove conosci tante persone, fin da quando eri bambino, ti porta a trovare sempre dentro di te ancora più motivazioni ogni anno, per dare sempre di più. Non è per nulla semplice, bisogna stare sempre sul pezzo, anno dopo anno».

RAPPORTO OTTIMALE – E con i tifosi? Il rapporto sembra essere ottimo: «Da piccolo tifavo Juve e andavo spesso al Delle Alpi. Da innamorato del calcio, cercavo sempre di salutare i giocatori e da parte loro c’era risposta. Ecco, ora che mi ritrovo dall’altra parte, quando vedo un tifoso dal pullman o per la strada cerco di essere sempre disponibile. Idolo? Sono cresciuto ammirando Del Piero e fino alla Primavera ho indossato il numero dieci. Poi, cambiando ruolo, ho cambiato anche numero: l’8 mi piace molto, ma sono affezionato anche al 15 e al 19».

Exit mobile version