2020

Marchisio: «Esordio in Serie A e Mondiale a 23 anni, ho bruciato le tappe»

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Claudio Marchisio si racconta e parla a ruota libera della sua carriera, del particolare momento e dell’allenamento in lockdown

Claudio Marchisio è intervenuto in diretta Instagram con il profilo di Barilla, noto marchio di pasta. L’ex centrocampista della Juventus si è raccontato a 360°.

ALIMENTAZIONE – «Per noi era importante mangiare la pasta appena finita la partita perchè ti permette di recuperare subito le energie. Ma non è tanto semplice, perchè dopo un grosso sforzo si chiude lo stomaco».

SPORT – «Mi manca tanto correre fuori, tra un po’ ci dovremmo essere. Mi manca tantissimo anche il nuoto, io amo l’acqua e il fatto di andare verso l’estate mi fa sentire ancora di più questa mancanza. In casa, vario gli allenamenti, passo dal tapis roulant alla bike».

ESORDIO – «Io ho esordito in A con l’Empoli non con la Juventus. Sono stato in panchina nel 2006 con Capello, in Cagliari-Juventus. Ho esordito in Empoli-Fiorentina. Una sensazione stupenda, il massimo. A 23 anni ero a fare il mio primo Mondiale, abbiamo bruciato le tappe».

TALENTI – «Esiste da sempre nel mondo del calcio questa paura di bruciare i talenti. Ad un certo punto però bisogna rischiare per arrivare ad un certo obiettivo. Se caratterialmente sei pronto a sbocciare, più di altri, è giusto fare il passo decisivo».

ANEDDOTO – «Da bambino uno dei primi test che ti facevano era la radiografia al polso per vedere quanto saresti diventato alto e mi dissero un metro e ottanta. Avevo paura di non arrivarci e avevo letto che Dino Zoff mangiava tante uova perchè facevano diventare più alto; così io iniziai a mangiarne tantissime perchè volevo diventare anche più alto di un metro e ottanta».

LOCKDOWN – «La prima cosa che farò sarà andare a trovare i miei genitori. L’ultima volta che li avevo visti ci si abbracciava, è tanto che non li vedo ed ho proprio voglia. Questi affetti sono la cosa più importante».

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