2013
Maradona: «Non sono un uomo comune, ma nemmeno un esempio!»
El Pibe de Oro si è raccontato ai microfoni di “Che tempo che fa” su Rai3.
MARADONA CHE TEMPO CHE FA – Ospite della trasmissione “Che tempo che fa”, in onda su Rai3, Diego Armando Maradona si è raccontato, partendo dall’importanza e dal seguito che riscuote: «Tu sai che ho disputato l’80% della mia carriera in Italia, per tutto quello che ho fatto, grazie a Dio, non sarò mai un uomo comune. Vado in vacanza nei Paesi in cui il calcio non è seguito, altrimenti non riuscirei a rilassarmi. Nella mia vita mi è capitato di incontrare delle gente secondo cui avessi salvato loro la vita. Non ho mai voluto essere un esempio, perché dovrebbero esserlo i genitori. Un esempio sportivo? Sì, mi sta bene, ma non altro», ha dichiarato El Pibe de Oro.
L’ex campione argentino ha poi preso le difese nel conduttore Fabio Fazio: «Non sei apprezzato perché dici la verità ed in questo Paese, come in Argentina, non va bene! Non si può andare controcorrente e questo, invece, mi piace di te».
«Per quello che ho vissuto ho molti più anni sulle spalle. Sono stato malato per droga tanti anni. Il mio rimpianto è non aver visto crescere i miei figli, è un rammarico che ho dentro. Ho fatto male a me stesso: prendevo la droga e mi nascondevo, avevo paura per i miei figli. L’ultimo giorno che ero in coma, quando sono rinato, perché Dio mi ha dato un’altra opportunità, ho capito che non ci sarebbe stato più spazio per la droga, perché le mie figlie mi sono state sempre accanto», ha confessato Maradona durante il suo racconto.
Lo storico numero 10 argentino ha proseguito: «Non ho avuto bisogno di dottori e psicologi, ma di valori e di amore. Sono dieci anni che non prendo nulla. 10 simbolico? Pensavo che si nascesse, ma ora qualunque giocatore al mondo può indossarlo sulla maglia. Il mio primo pallone? Me l’ha comprato mio cugino al suo primo stipendio. Il nostro sogno all’epoca era fuggire da quel posto in cui vivevamo, non avevamo nemmeno l’acqua, e quindi sognavo di comprare una bella a casa a mia madre e ci sono riuscito. Lei non c’è più, ma continuo ad amarla con tutto il cuore. Io le ho dato tutto con il calcio, lei con il suo amore. Mi sono reso conto a 12-13 anni che mia madre si privava di mangiare per dar da mangiare a noi figli e scoprì che stava male. 22 giugno 1986 data del gol più bello del secolo? Sapevo cosa sarebbe successo, quando sono andato in avanti dribblando ho fintato per poi andare da solo verso la porta. Adesso vivo a Dubai, dove sono rappresentate sportivo e posso fare di tutto, non come a Napoli, anche se sono ovunque i napoletani».
«Se non hai paura del campo del Napoli, non hai paura di niente. Chi guida lì, può guidare ovunque!», ha poi scherzato Maradona.
Sui Mondiali 2014 in Brasile Maradona ha spiegato: «Io dico che è un grande sacrificio per la gente, perché ci sono cose più importanti della vittoria della Coppa del Mondo per il Brasile. Loro hanno i Mondiali e le Olimpiadi, che rappresentano un costo molto alto per la gente, che ha bisogno di altro».
«Io non mi dimentico di Careca, Van Basten, Gullit, Rijkaard, erano grandi calciatori. Oggi si cambia maglia come i pantaloni, non esistono più le bandiere. Guadagnavamo già tanto, perché tradire la gente? Problemi col Fisco? Non sono mai stato evasore, lo dico a tutti. Tanti sponsor hanno voluto transare per me, ma io ho detto no, perché non sono un evasore e voglio sapere la verità. Loro si fanno pubblicità venendo da me, perché il loro lavoro non è Maradona. Io non mi nascondo. Io al Napoli? Mi piacerebbe, ma non capiterà con De Laurentiis, lui non mi vuole», ha concluso Maradona.