2014
Maradona: «Non sono un evasore. Sistemerò la questione per allenare il Napoli»
FISCO NAPOLI MARADONA – Nel giorno di San Valentino Diego Armando Maradona ha parlato dalla sede romana dell’europarlamento in conferenza stampa dei suoi problemi con il Fisco italiano: «Voglio risolvere il mio problema col Fisco per poter un giorno allenare il Napoli e rivincere lo scudetto. Prima devo risolvere questo problema… Ma sinceramente non cerco lavoro, voglio giustizia e so che un giorno arriverà. Vorrei essere libero di andare a Napoli a vedere le partite, incontrare gli amici. Ma io giocavo solo a pallone, dei contratti si occupavano il presidente Ferlaino e i miei agenti, allora il mio procuratore era Coppola. Ora certa gente gira libera mentre quando per l’Italia passo io mi sequestrano orologi e orecchini. Non sono un evasore, sono una persona onesta e vorrei tornare liberamente senza essere perseguitato. Non ho nulla da nascondere e non ho quella cifra. Non l’ho nemmeno guadagnata…Un tavolo con il fisco? Se ne parlerà, se si deve pagare o non si deve pagare. Coloro che non vogliono fare un tavolo sono quelli che abbiamo contro… Se mi chiamano prendo l’aereo e vengo a parlare. Sarebbe successo se avessi giocato con Juve o a Milano? Non lo so, ma sono contento di non aver giocato al Nord… Scudetto a Napoli? Bisogna fare ancora un piccolo sforzo e allungare la rosa, oggi la Juve è imprendibile. Ma al progetto di Benitez credo tanto, lui è un grandissimo tecnico. A Liverpool, quando andai a vedere Mascherano, ci parlai per 5 o 6 ore e scoprii un ottimo allenatore», ha dichiarato il Pibe de Oro.
IL LEGALE – L’avvocato Angelo Pisani ha spiegato: «Diego non è un evasore fiscale, non può pagare un debito perché non ha mai ricevuto né accertamento fiscale né cartella esattoriale, quindi non poteva presentare ricorso, motivo per cui il Fisco chiede oggi 40 milioni di euro».
TRATTATIVA – Nel frattempo sono partite le manovre per chiudere il contenzioso versando solo 3 milioni di euro. «Vuole essere la conclusione istituzionale di questa storia. Abbiamo dimostrato con una sentenza del 1992 e un condono del ‘93 che gli importi non sono dovuti. Se l’Agenzia delle Entrate riuscirà a dimostrare che dobbiamo al Fisco 40 milioni, siamo pronti a pagare. Ma il problema è che accertamento e cartella non si trovano…», ha dichiarato Rivellini.