2017
Mandragora capitan futuro dell’Italia: «Bisogna lavorare al massimo»
Attualmente in prestito al Crotone, Rolando Mandragora è il capitano dell’U-21: «Sogniamo l’Olimpiade di Tokyo 2020. Con il Crotone…»
Si dice spesso che il tempo è galantuomo. Vero in parte, perché comunque non ti ridà ciò che hai perso. Chiedete a Rolando Mandragora come ha passato l’ultimo anno e a cosa ha dovuto rinunciare a causa di un infortunio. Oggi il peggio è alle spalle, ma l’amaro in bocca resta. Come resta la sua leadership in Under 21, ancor più ora che Di Biagio gli ha consegnato la fascia di capitano. Stasera a Cittadella arriva la Slovenia, secondo test amichevole del nuovo biennio, mentre a Napoli la famiglia Mandragora festeggerà il matrimonio di Simona, sorella di Rolando: «Mi spiace tantissimo non esserci, so che questo per lei sarà un giorno speciale. Il mio cuore sarà lì con loro, però un pezzo devo tenermelo qui per la Nazionale».
RIPARTENZA – Che sensazione ha per questo nuovo biennio? «Ci sono aspettative alte, non c’è dubbio. Dobbiamo lavorare molto per arrivare pronti all’Europeo in casa dove cercheremo di arrivare più in là possibile». Che differenza ha trovato rispetto a due anni fa? «Ogni squadra ha aspettative e qualità diverse. Due anni fa c’erano ottimi giocatori, proprio come ce ne sono ora. Bisogna pensare solo a lavorare col massimo impegno. L’augurio è rimanere tra le migliori quattro d’Europa, ma magari fare anche meglio…». Vorrebbe dire qualificazione all’Olimpiade 2020. Lei viene dal Mondiale U-20 in Corea, dov’era capitano, come adesso. «Fare il capitano della Nazionale, a qualsiasi livello, è un grandissimo onore. Mi responsabilizza molto e mi dà la spinta per cercare di fare sempre meglio. L’esperienza mondiale è stata fantastica. Anche se il mio obiettivo era l’Europeo U-21».
FUTURO – Forse Mandragora si sente in credito con la fortuna, come ha confermato a “La Gazzetta dello Sport”: «Per un calciatore stare lontano dal campo è difficile,soprattutto vedere sfumare quello che ti sei conquistato con il lavoro. Ho perso l’Europeo, ripagato in parte col bronzo mondiale. Ma anche le ultime gare della promozione in A col Pescara (2016, ndr) e poi il ritiro con la Juve. Certo, magari dopo sarei andato in prestito da qualche altra parte, però intanto avrei potuto fare la preparazione e mettermi in mostra. Invece sono rientrato a marzo, nel momento più delicato della stagione, con la squadra in corsa per tre titoli». Un grazie particolare lo dice a…: «Quello che mi ha aiutato di più emotivamente quando sono stato fuori è Bonucci. Mi è stato davvero tanto vicino e se proprio devo fare un ringraziamento speciale mi sento di farlo a lui». Ora il Crotone. Cosa si aspetta da lei e dalla squadra? «Mi auguro possa essere la stagione della mia consacrazione in A. Col Genoa ho fatto appena 5 presenze da giovanissimo, a Pescara ho vinto la B. Ora devo far bene in A col Crotone, che l’anno scorso ha fatto un’impresa unica. L’obiettivo resta la salvezza, magari facendo più punti possibile e prima possibile».