2017

Mandragora, rinascita calabra: «Crotone è la scelta giusta»

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Rolando Mandragora riparte da Crotone per tornare alla Juventus: «Nicola un ottimo allenatore, per ora non penso ai bianconeri»

Mille chilometri a sud per riprendersi la Juventus. «Ho voluto a tutti i costi il Crotone – spiega a “Tuttosport” Rolando Mandragora, uno dei 48 bianconeri in prestito per l’Italia e l’Europa – perché mi piacciono le sfide, le piazze calde e poi perché questo club punta sempre sui giovani». Nicola è come se lo aspettava? «Davvero un ottimo allenatore. Al di là delle questioni tecnico-tattiche, mi ha sorpreso positivamente il suo lato umano: trasmette bei valori, calcistici e non». La scorsa settimana ha segnato il primo gol in serie A. E che gol: controllo e tiro di sinistro al volo. «Un bel gesto tecnico, cercato. Noi calciatori viviamo per questi momenti».

FUTURO COLLEGABentancur, centrocampista del ’97 come lei, ha già giocato titolare con la Juventus in Champions League, al Camp Nou: un pizzico di umana invidia le è scattata? «Nessuna invidia, non scherziamo… Mi ha fatto piacere per Rodrigo, che ho incrociato al Mondiale Under 20 e conosciuto a Vinovo. Se ha giocato è perché sul campo, in allenamento, aveva dimostrato di meritarlo». Siccome lei è uno degli juventini in prestito con maggiori possibilità di tornare a Torino (in bianconero ha già esordito nella passata stagione), in tanti pensano che Mandragora-Bentancur sarà la coppia del futuro… «Tornare alla Juventus è un mio obiettivo, ma per riuscirci devo stare concentrato sul Crotone. Io e Bentancur il futuro? Magari… ma per il momento mi impegno qui. Alla Juventus non penso, ora: spero sia un anno per me positivo e soprattutto di crescita, il primo obiettivo è salvarmi col Crotone».

SPERANZA AZZURRA – Alla data del 29 ottobre 2014, Mandragora ricorda subito l’evento principe di quella giornata: «È il mio esordio in serie A con la maglia del Genoa, proprio contro la Juventus. Un sogno avverato. Avevo 17 anni e di fronte a me c’era Pogba. A quella partita penso spesso perché so di dover far meglio di quella volta». Mandragora ha un paio di nomi su cui scommetterebbe in ottica futuro: «Sono tanti quelli bravi e che possono tornare alla Juve. Se devo fare due nomi, dico Orsolini e Lirola. Il calcio, però, cambia in fretta: dipenderà dalla crescita di ognuno di loro». Se ripensa ai problemi fisici dello scorso anno e alla doppia operazione al piede, qual è la prima immagine che le viene in mente? «I momenti più dolorosi sono stati quelli dei due interventi chirurgici, soprattutto perché a 19 anni vorresti spaccare il mondo e non poter giocare è dura». L’infortunio le ha tolto anche l’Europeo U-21, ma del nuovo corso lei è il capitano. «La fascia mi inorgoglisce, è una bella responsabilità. Non mi guardo indietro, penso al prossimo Europeo».

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