2014

Mancini: «Juventus, avversaria di una vita. Sampdoria? Ci tornerei, ma…»

Pubblicato

su

Il tecnico del Galatasaray ha parlato in vista del match Juventus-Sampdoria.

GALATASARAY SAMPDORIA JUVENTUS MANCINI – Da grande ex della Sampdoria, Roberto Mancini ha parlato della sfida tra la squadra blucerchiata e la Juventus. Molti i ricordi dell’attuale allenatore del Galatasaray: «È incredibile come sia diventata la grande avversaria della mia vita. Da bambino papà mi portava a Torino alla domenica, col pullman dello Juventus club Jesi. Partivamo alle sei del mattino con il cestino preparato dalla mamma. Sette ore di viaggio, ma non ci pesavano, eravamo tifosissimi. Certo che il destino sceglie strade strane… L’avversaria più forte e, insieme, una patente di grandezza. Se la affronti con possibilità di vittoria concrete – e io sono stato fortunato, mi è successo di prevalere più di una volta – vuol dire che il tuo valore è elevato. E’ automatico», ha dichiarato Mancini ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”.

RETROSCENA – Il tecnico ha poi rivelato un retroscena: «Chiamò il Bologna il mattino dopo la chiusura del mio trasferimento alla Samp. Se le due telefonate fossero soltanto arrivate assieme, io avrei spinto per la Juve. Ne ero tifoso. Era la prima stagione di Platini, l’avrei iniziata in panchina: ma con Michel avrei trovato in fretta la maniera di integrarmi, e avreste visto molte belle giocate».

EUROPA – Impossibile non tornare sulle “giornate” di Istanbul: «Alt. È stata fatta letteratura su trattori e furbate. Semplicemente quel giorno il campo era impraticabile, come dissi all’arbitro prima che iniziasse il secondo round della partita. Poi, è accaduta una cosa non rara nella storia del calcio: la squadra più debole – il mio Galatasaray è sicuramente più debole – ha sfruttato la sua chance di eliminare la squadra più forte. La Roma è una bella squadra e fino all’ultimo non si arrenderà, ma la Juve vincerà il terzo scudetto consecutivo: traguardo raro, lo dice l’albo d’oro. Penso che Conte possa vincere anche l’Europa League, la finale casalinga dà troppa motivazione per fallire. Occhio alla Fiorentina, però. Sorpresa Tevez? Ovviamente no, è un campione. A Manchester sognava il ritorno in Argentina, ma vedo che la Juve gli ha tolto ogni nostalgia».

SAMPDORIA – E, invece, a proposito della squadra blucerchiata: «Mah, non faccio differenze tra ieri e oggi, la Samp è la Samp. Se ripenso ai miei tempi dico che un presidente (Paolo Mantovani, ndr) così particolare e un diesse (Paolo Borea, ndr) così particolare non potevano che assemblare un gruppo di giocatori così… particolare. Sono quindici anni della mia vita, una parte incancellabile. Tornare da allenatore? Non è facile rispondere. Sì, di base certamente sì. Quando ci penso, però, mi chiedo con inquietudine cosa succederebbe se fallissi. Verrebbe cancellato tutto il buono di quei quindici anni? Ho paura di sì, il calcio è anche crudele. Se mai dovessi tornare alla Samp, sarebbe per vincere. E il lavoro che la famiglia Garrone ha svolto in questi difficili anni è stato importante per mantenere un livello. Mihajlovic? Lui tifa Sampdoria, e si vede: mette nel suo lavoro quel qualcosa di più che soltanto l’amore può trasmettere. E i risultati lo confermano».

Exit mobile version