Europei
Mancini e il segreto di Euro 2020: «Se non ti diverti non puoi esprimere il potenziale»
Il Commissario Tecnico Roberto Mancini è tornato sul percorso straordinario di Euro 2020 in un lungo speciale su Sky Sport
A pochi giorni dalla fine dell’anno, Roberto Mancini ha ripercorso l’incredibile cammino di Euro 2020 che ha portato al trionfo degli Azzurri all’interno dello speciale “The Final Week” di Sky Sport.
AUSTRIA – «Sapevamo che la prima gara a eliminazione diretta sarebbe stata la più difficile, l’Austria era una squadra difficile da affrontare e un po’ di paura c’era. Poi quando hanno annullato il gol di Arnautovic tutti abbiamo tirato un sospiro di sollievo. La fatica e la pressione erano tante, dopo una partita così il gol di Chiesa è stata una liberazione».
BELGIO – «E’ stata “semplice”, perché sarebbe stata una partita aperta a differenza dell’Austria. L’infortunio di Spinazzola è stata la nota stonata di quella sera, abbiamo perso un giocatore molto importante per noi. Ci è dispiaciuto per lui, era stato il miglior terzino dell’Europeo e per noi perderlo non è stato semplice».
SPAGNA – «Era difficile da affrontare, per il livello del suo gioco. Sapevamo che forse sarebbe stata più difficile dell’eventuale finale. La Spagna comanda da anni il possesso palla e noi siamo andati un po’ in difficoltà da questo punto di vista. I rigoristi li abbiamo scelti nei giorni precedenti, sapevamo più o meno chi fossero. Ma avevamo 7-8 rigoristi sicuri, perché poi magari qualcuno non se la sente».
INGHILTERRA – «C’era un po’ di tutto, ma soprattutto felicità per aver raggiunto una finale in modo meritato. Questa è stata la cosa più bella. I tifosi italiani a Wembley? Quando sei fuori dalla tua Nazione per tanti anni è bello seguire la Nazionale, un bel momento. Siamo rimasti sul pullman troppo tempo per giocare una finale, il problema è stato quello. Per la finale non c’era più da caricare niente, eravamo arrivati alla fine e i ragazzi erano già carichi al massimo. Loro hanno iniziato benissimo perché avevano 70mila spettatori che li spingevano, noi eravamo partiti un po’ freddi ma siamo stati bravi perché prendere un gol così all’inizio non è semplice. Poi quando hanno fatto gol hanno iniziato subito a perdere tempo e lì ho capito che avremmo avuto tempo per riprenderla e per vincerla».
DIVERTIMENTO – «Credo che questo valga per ognuno di noi, per il proprio lavoro. Il calcio è una cosa ancora più bella perché diventa il tuo lavoro quello che è il tuo sport preferito, il tuo gioco da bambino, quindi se tu non ti diverti non riesci ad esprimere tutto il potenziale che hai e se tu sei felice vai in campo, ti diverti e sai quello che devi fare credo che un giocatore possa essere migliore».