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La folle estate del Manchester Utd: dal caos CR7 a Casemiro pagato come Haaland

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Il Manchester Utd è il club senza dubbio sulla bocca di tutti in questa estate estremamente travagliata: l’acquisto di Casemiro solo l’ultima delle follie

Chissà che nostalgia per i tifosi del Manchester Utd. L’epoca dorata di Sir Alex Ferguson (ma in fondo anche il biennio con José Mourinho) è davvero ormai un lontanissimo ricordo per uno tra i club più ricchi al mondo e, di conseguenza, tra i più prestigiosi.

Red Devils che, oltretutto, non sollevano trofei dai tempi dello Special One portoghese e perseverano in un digiuno da Premier League che, nel prossimo maggio, accarezzerà con ogni probabilità il decennio.

Fallito l’esperimento Solskjaer, la speranza di ritrovare competitività in questa estate era stata riposta nell’emergente Ten Hag. Il tecnico olandese si è però ritrovato nel pieno di una bufera che non sembra volersi attenuare.

Le scoppole in campionato una diretta conseguenza della polveriera, cui ha contribuito non poco il caos legato a Cristiano Ronaldo. Tra polemiche, liti e fughe, l’asso portoghese ha fatto il giro d’Europa per proporsi un po’ a chiunque, ricevendone in cambio solo colossali due di picche. L’ultimo dei quali targato Borussia Dortmund.

Un caso ancora senza soluzione che rischia di pendere come una Spada di Damocle anche sul capo del nuovo Manager, alla disperata ricerca di rinforzi per avviare la sua rivoluzione. Ma anche in chiave calciomercato, sin qui soprattutto dolori per il Manchester Utd.

La lunga rincorsa a Frenkie De Jong finita contro un muro, addirittura l’ipotesi dello juventino Rabiot rimasta disattesa per poi virare rapidamente su Casemiro, pezzo da novanta ingaggiato nelle ultime ore.

Un vero colpaccio a livello tecnico e di leadership, ma solo per l’immediato e non certo in prospettiva. Insomma, considerando che i Red Devils non sono collettivo pronto al rapido successo, l’investimento non pare granché logico.

Contratto da circa 18 milioni a stagione per un mediano di trent’anni (per quanto fortissimo, sia chiaro) e sessanta più una decina di bonus nelle casse del Real Madrid. Cifra simile o addirittura inferiore a quanto sborsato dai cugini del City per portare alla corte di Pep Guardiola il fenomeno Haaland. Follia della non-programmazione, difficile definirla diversamente.  

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