2015
Malagò: «Tornate a riempire l’Olimpico»
L’appello del presidente del Coni ai tifosi di Lazio e Roma
L’emorragia che ha colpito lo stadio Olimpico resta la situazione per Lazio e Roma brutta, desolante e triste. Non si può andare avanti così e Giovanni Malagò si è unito alla riflessione sulla disaffezione dei tifosi biancocelesti e giallorossi: «Serve una cura forte da affrontare subito e senza indugi. Le colpe? Possono essere tante, ma è inutile guardarci indietro. I colpevoli? Anche qui ognuno ha la sua lista ma io non partecipo a questo gioco. A tutti i protagonisti che hanno a cuore questo tema chiedo solo un segnale di discontinuità affinché si possa realmente riscontrare un’inversione di tendenza e fare uno sforzo per venire incontro alle ragioni degli altri. Roma e Lazio rappresentano un patrimonio del calcio e della storia dello sport italiano. Lo Stadio Olimpico è da oltre sessant’anni il loro “rifugio” settimanale. Vuoto, senza bandiere, senza colori, senza cori è come un presepe senza pastori: in una parola, povero», ha scritto il presidente del Coni nell’editoriale scritto per il Corriere dello Sport.
UNIONE – Malagò ha poi lanciato un appello ai concittadini romani di fede laziale e romanista: «Chiedo di ritrovare la forza di tornare all’Olimpico, di riavvicinarsi alle loro squadre, soprattutto se attraversano momenti non facili e non felici sul piano dei risultati. L’amore per la squadra del cuore non è un sentimento alienabile. Ci possono essere mille problemi, mille difficoltà, nuove regole, nuove norme, ma chi ama la Roma e la Lazio non può far mancare ai giocatori quel sostegno incessante che per anni è stato decisivo per raggiungere traguardi e obiettivi di assoluto prestigio. Poi, se le cose non vanno bene in campo, si è legittimati a manifestare civilmente il proprio disappunto, ma solo dopo aver tifato dal primo all’ultimo minuto sugli spalti come altrettanto devono fare i calciatori sudando e lottando in campo. Sbaglia invece chi pensa che restare a casa sia il sistema per far emergere con più vigore una protesta che può essere interpretata come il tradimento di un amore che Lazio e Roma non si possono permettere. Sembra sia trascorsa un’eternità, eppure appena tre mesi fa i giallorossi, in un Olimpico strapieno, riagguantarono il Barcellona con uno straordinario gol di Florenzi, spinti dal popolo giallorosso. E lo stesso discorso vale per la straordinaria cavalcata nell’ultimo campionato della squadra di Pioli che, grazie anche all’incitamento dei suoi tifosi, ha raggiunto la qualificazione in Champions League su cui, ad inizio stagione, in pochi avrebbero scommesso».
CONDIVISIONE – Il perdurante disamore non è un male incurabile per Malagò, che ha chiesto unità ai romani: «Io non ho la presunzione di avere la medicina giusta ma non penso che i problemi si risolvano abbandonando la propria squadra del cuore. E non credo, inoltre, che qualcuno scenda in campo per giocare contro (società o tifosi). Sono, invece, convinto che, anche quando tentate di prendere le distanze, Lazio e Roma siano comunque nei vostri pensieri, nei vostri cuori. E allora perché soffrire e gioire da soli, a casa, in quei 90 minuti? Lo sport è partecipazione, saper condividere le vittorie e accettare le sconfitte», ha spiegato Malagò, secondo cui i tifosi dovrebbero mostrare al mondo quanto può essere coinvolgente l’Olimpico anche in vista dell’assegnazione delle Olimpiadi del 2024.