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Mago Klopp e talento Reus: il Borussia Dortmund dai due volti aspetta la Juventus

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immobile klopp abbraccio borussia dortmund champions league settembre 2014 ifa

Travolgente in Europa, in crisi in Bundesliga. Proprio come Immobile

Pavel Nedved e la Juventus lasciano Nyon con un’ottima notizia: sulla strada che porta ai quarti di finale di Champions League, la Vecchia Signora non troverà nessuna delle ‘top four’. Real Madrid, Bayern Monaco, Barcellona e Chelsea sono state evitate dai bianconeri, che hanno pescato il Borussia Dortmund. Una squadra dai due volti, capace di vincere e convincere in campo europeo – quattro vittorie, un pareggio ed una sconfitta in questa edizione della Champions – e di essere al terzultimo posto in Bundesliga: Immobile e compagni hanno raccolto quattordici punti in quindici giornate, finendo sconfitti addirittura in nove occasioni. Ma tutto può cambiare, a distanza di oltre due mesi: i gialloneri giocheranno ancora due gare di campionato – mercoledì contro il Wolfsburg e sabato sul campo del Werder Brema -, per poi andare in letargo sino al 31 gennaio prossimo. Quando, alla ripresa della Bundes, Klopp potrebbe ritrovarsi una squadra finalmente in salute e, magari, con qualche volto nuovo.

DUE VOLTI – L’immagine perfetta per descrivere questo avvio di stagione dei ‘Die Schwarzgelben‘ è rappresentata da un’ex conoscenza del calcio italiano. Dottor Ciro e Mister immobile: scatenato in Europa – quattro reti in cinque gare di Champions – e irriconoscibile in campo nazionale – due gol in undici partite. Un Borussia Dortmund devastante, quello visto in Champions: gli uomini di Klopp hanno strappato il pass per gli ottavi già al termine della quarta giornata, dopo quattro vittorie in altrettante partite. In un girone non difficilissimo, ma nemmeno così semplice: insieme all’inguardabile Galatasaray di Prandelli ed al modesto Anderlecht, i gialloneri hanno dovuto vedersela con l’Arsenal, battuto 2-0 all’andata. Un cammino totalmente differente da quello in Bundesliga, dove, dopo un buon avvio (sei punti in due partite), il Dortmund è crollato. Con la sconfitta di sabato – 0-1 sul campo dell’Herta Berlino -, la squadra è tornata in piena zona retrocessione, al terz’ultimo posto.

GIOCATORI CHIAVE – Una stagione maledetta, a cui Jurgen Klopp ha provato a mettere fine sovvertendo alcune gerarchie: Roman Weidenfeller, storico portiere del Borussia, in panchina, e la fascia di capitano, invece che a Sebastian Khel, sul braccio di Mats Hummels, uno dei calciatori più rappresentativi e carismatici del club. Molto, se non tutto, dipenderà dalle condizioni fisiche di Marco Reus, il giocatore più talentuoso rimasto al Westafalenstadion dopo le partenze di Mario Gotze e Robert Lewandowski. L’esterno tedesco, che ha dovuto saltare il Mondiale per un problema al legamento della caviglia sinistra, ha giocato nove gare in questa prima parte di stagione. Per poi tornare in infermeria, dopo aver rimediato un infortunio simile – per via, però, di un intervento killer – alla caviglia destra. Ci sarà con la Juve? Difficile da stabilire. Reus dovrebbe tornare ad allenarsi tra metà e fine febbraio, e dunque difficilmente ci sarà per la prima allo ‘Juventus Stadium’. In sua assenza, Klopp ha provato ad alzare Gundogan sulla linea dei trequartisti, con buone risposte: il tedesco, tornato in squadra dopo un calvario durato diversi mesi, può essere l’uomo chiave in mezzo al campo. 

PUNTO DEBOLE – Nonostante le rassicurazioni del club, il punto più debole del Borussia, quest’anno, sembra essere la condizione atletica. Tanti, tantissimi infortuni hanno condizionato la stagione dei gialloneri: l’ultimo della serie è quello occorso a Mkhitaryan, fuori per sei settimane a causa di un problema muscolare. E la fragilità difensiva –  un paradosso per un rosa che può disporre di Hummels, Subotic, Ginter e Papastatopulos -, oltre alla mancanza di un ‘animale da gol’ come Lewandowski. Un esempio? La gara con il Borussia Moenchegladbach, dominata dall’inizio alla fine, con una serie incredibile da occasioni create. Vinta 1-0, di misura, grazie ad uno sciagurato autogol di Kramer. Ma se Immobile sembra aver bisogno di tempo, venendo anche da una cultura calcistica differente, a non convincere è Adrian Ramos, pagato dieci milioni di euro in estate e autore, sin qui, di soli sei gol in ventuno partite. 

L’IDEALE NON CAMBIA – Numeri da horror, quelli del Dortmund, alla cui guida è stato confermato Jurgen Klopp. Uno stratega, fenomenale sotto l’aspetto tattico – non è un mistero se in questi anni il Borussia ha vinto due campionati, una coppa di Germania, due supercoppe ed è pure arrivato in finale di Champions League, battuto solo dal Bayern Monaco – oltre ad essere di una genuinità disarmante. Lo insegna la sua storia: dopo diaciassette anni di Mainz – prima da giocatore e poi da allenatore -, Klopp decise di cambiare aria. Presentandosi al colloquio con l’Amburgo in tuta: l’aspetto estetico, in fondo, conta poco. E allo stesso modo, nella sua filosofia di gioco c’è poco spazio per le prime donne: tutti devono mettersi al servizio della squadra. È il singolo a mettersi in risalto grazie al gioco corale, e non viceversa. Una filosofia che si è evoluta con il tempo, e che l’ha portato, sin dalle prime esperienze al Mainz, a mettere in atto una delle versione più moderne in assoluto della difesa a zona. Niente di strano, per un allievo ‘tout court’ di Arrigo Sacchi: il suo 4-4-2, con gli anni, è diventato un 4-2-3-1. Capace di portare successi e plusvalenze: chiedere alle casse del Borussia, dopo le cessioni dei vari Barrios, Sahin, Kagawa e tanti altri ancora. Non pensa alle voci di mercato, ma il pressing di Liverpool e Arsenal lo lusingano: lui, tedesco di Stoccarda, se la cava molto bene anche con l’inglese. E forse, a fine stagione, è pronto a cambiare aria. Non prima, però, di aver provato a regalare un altro miracolo al popolo giallonero.

CHI SI RIVEDE – Un miracolo, come quello accaduto nel 1997. Il Borussia Dortmund vinse 3-1 in finale di Champions con la Juve: la gara si giocò all’Olympiastadion di Berlino (lo stesso impianto nel quale si disputerà l’ultimo anno di questa edizione) e a decidere la gara fu Riedle, con una doppietta. Lo stesso che oggi ha sorteggiato l’ottavo di finale tra gialloneri e bianconeri. Finì 3-1 per il Borussia, con i gol di Del Piero e Ricken. Un bilancio, quello della Vecchia Signora, comunque positivo: in sette precedenti (4 in Uefa e 3 in Champions), i bianconeri hanno ottenuto quattro successi, un pareggio e due sconfitte. L’ultima, in finale, bruciante: non c’è occasione migliore per riscattarla, partendo da Dortmund, magari, per trionfare poi a Berlino. Come l’Italia del 2006, composta da tanta Juve: a marzo come allora, a guidare il team italiano saranno ancora Gigi Buffon e Andrea Pirlo. Una sfida difficile, ma non impossibile: e con una prima fascia con squadre come Real Madrid, Barcellona e Bayern Monaco, c’è solo da guardare al bicchiere mezzo pieno.

FORMAZIONE IDEALE (4-2-3-1): Weidenfeller; Piszczek, Hummels, Subotic, Schmelzer; Bender, Gundogan; Kuba, Mhkitaryan, Reus; Immobile.

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