2016

L’involuzione di Verratti, a prescindere dall’assist a Nestorovski

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Macedonia – Italia, Marco Verratti avrebbe dovuto alterare le sorti della nazionale di Ventura ma è andata in tutt’altro modo

Della seconda tornata di sfide valide per la qualificazione al prossimo Mondiale prendiamo per buono i soli risultati: la vittoria in Macedonia ed il pareggio casalingo – che purtroppo potrebbe rivelarsi decisivo – con la più quotata Spagna portano in dote quattro punti che considerando il livello di calcio espresso sono oro che cola. Ma la strada dell’Italia verso Russia 2018 è impervia.

SERVE ALTRO – La premessa è immutata ma va ridefinita per non perderci alcunché in termini di analisi: il pass diretto per la partecipazione al prossimo Mondiale spetta esclusivamente alle prime forze di ogni raggruppamento, con le seconde costrette a passare dalla lastricata via degli spareggi. Ed in tal senso ha inciso non poco la cattiva sorte: Gruppo G con la Spagna, mentre altri gironi contano a malapena una realtà di spicco del panorama europeo. Detto ciò, servirà dunque molto altro rispetto a quanto visto nelle ultime due gare ufficiali per avere la meglio sugli avversari e volare in Russia. Non c’è ombra di gioco ma al contempo la fase difensiva balla come raramente si era visto prima: contro la Spagna soltanto la scarsa cattiveria degli attaccanti avversari negli ultimissimi metri ha salvato la baracca di Ventura, in Macedonia la consueta italica reazione di nervi ha evitato di incappare in una figuraccia internazionale.

COME SE NE VIENE A CAPO? – Si pensava che, rispetto alla sfida con Iniesta e compagni, il ritorno tra i titolari di Marco Verratti ed un avversario palesemente più abbordabile avrebbero invertito la rotta: non è affatto andata così. Il talento del Paris Saint Germain, prossimo a compiere 24 anni, non ha portato in dote quel carisma necessario per prendersi sulle spalle la squadra, dettarne i tempi e farla girare a suo piacimento. A dire il vero, complice probabilmente uno stato di forma non ottimale, è sparito di fronte all’intensità agonistica dei centrocampisti macedoni, che hanno dato l’anima in campo pur di ben figurare contro una nazionale tanto storica quanto l’Italia. E’ un’involuzione rispetto alle premesse di un tempo: Marco Verratti, in quel di Pescara, si palesò come un potenziale crac del calcio italiano. Si sono sprecati i raffronti con il genio di Andrea Pirlo, per intenderci. Che alla sua età si apprestava a vincere la prima Champions League da assoluto protagonista.

SCELTE SBAGLIATE? – Probabilmente la decisione di trasferirsi al Psg non è stata delle più felici per l’evoluzione della sua carriera: ha percorso il salto nel calcio internazionale, questo è certo, ma la scarsa competitività della Ligue 1 non rende il torneo in cui milita particolarmente allenante. Il Psg domina in Francia e puntualmente paga dazio in Europa non appena trova sul suo sentiero un avversario strutturato: in questo scenario Verratti si è a tratti accomodato, resta oltre ogni ragionevole dubbio un calciatore di talento ma al momento probabilmente incompiuto rispetto a determinate premesse. Che per chi vi scrive erano di celestiale livello. Ed è forse proprio per tale ragione che la delusione si accresce. C’è tempo per ribaltare il copione e provare a raccogliere l’eredità del fuoriserie nato a Flero: con De Rossi ed il presto rientrante Marchisio al suo fianco può giocare più serenamente e prendere le redini di questa irriconoscibile Italia. Perché non è l’assist clamorosamente servito all’invasato Nestorovski il reale problema: il punto è ritrovare quell’idea di Verratti.

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