2020
Lukaku: «In Italia conta solo vincere, Mourinho mi ha migliorato e su Lautaro…»
Romelu Lukaku ha parlato durante un’intervista via Zoom ai colleghi in Belgio di Sport / Voetabal Magazine. Le sue parole
Romelu Lukaku ha parlato in un’intervista rilasciata via Zoom ai colleghi in Belgio di Sport/Voetabal Magazine. Le sue parole.
OBIETTIVI – «Quando vado in campo voglio vincere. In Italia questo vale tutto. C’è un’enorme differenza rispetto all’approccio calcistico in Inghilterra, quindi mi concentro su ciò che mi viene chiesto qui. Tatticamente non posso sbagliare dove devo stare o la direzione in cui andare. Mai».
CALCIO VERTICALE – «Mi piaceva il calcio verticale. Sono molto pericoloso quando gioco fronte alla porta. Sono veloce, posso superare il mio avversario diretto con un dribbling, o deviare a sinistra ma anche a destra. In passato giocavo spesso così, anche perché ero in squadre che scommettevano sul contropiede. Ma la nazionale mi ha obbligato a modificare il mio stile di gioco. Siamo diventati rapidamente la squadra con il maggior possesso palla e ci sono meno spazi. Roberto Martínez ha fatto tutto il possibile per farmi sentire più a mio agio con le spalle alla porta, sia con la nazionale che con l’Everton di allora. A 20 anni avevo ancora molto da imparare, ma presto ho capito che se mi fossi allenato su quell’aspetto avrei potuto fare quello che volevo in una partita».
INTER – «Prima di arrivare qui ho guardato alcune partite dell’Inter e a volte ho visto Lautaro solo davanti. Ho sentito subito che avrebbe potuto fare un salto in avanti se ci avessero messo insieme. A volte è il suo giorno, altre volte è il mio. Se lo accetti, andrà tutto bene. Sono consapevole della responsabilità che ho, quindi non ho il diritto di abbassare le braccia. Se abbasso le braccia, ha immediatamente un impatto negativo sul gruppo. C’è bisogno di leader in campo come me, come Arturo Vidal, Nicolò Barella o Alexis Sanchez. Solo con un tale atteggiamento puoi trasformare mentalmente la squadra e ribaltare una partita».
MOURINHO – «Mourinho mi ha insegnato a lavorare meglio con il collettivo, sia in termini di pressing che per posizionarmi meglio in campo. Guarda cosa sta facendo con Harry Kaneadesso. Io nei primi cinque al mondo? Negli ultimi cinque mesi, sì. Non voglio classificare quella vetta da uno a cinque, ma ne faccio parte».