2019
Lukaku a 360°: «Confidai a Pogba di volermene andare. In Serie A difficilissimo segnare»
Romelu Lukaku ha parlato in una lunga intervista rilasciata al New York Times: tanti i temi toccati dal gigante belga
Lunga intervista rilasciata da Romelu Lukaku alle colonne del New York Times. L’attaccante belga ha toccato tanti temi, tra cui il razzismo e l’ambientamento in Serie A dopo l’esperienza in Premier.
GOL – «Segno, vinco e vado a casa. Mi sono confrontato molte volte nella vita con situazioni di questo tipo, poi costruisci una sorta di guscio. Tiro fuori la rabbia sul campo».
CARATTERISTICHE – «Non si parla mai della mia abilità quando sono paragonato ad altri attaccanti. Il mio dribbling è buono: posso fare un doppio passo, posso saltare un avversario. Ricordo un commento di un giornalista che diceva che lo United non avrebbe dovuto prendere Lukaku perché non è un calciatore ‘intelligente’. Giocatori come Thierry Henry, Nicolas Anelka, Marcus Rashford, Anthony Martial sono considerati sempre tecnici e di qualita. È solo che alcuni giocatori sono sempre visti in un modo particolare».
INTER – «Ho voluto iniziare nuovamente da zero in modo da ‘ricostruire’ la mia reputazione. Non porto rancore alla Premier: il Regno Unito è stato buono con me»
SERIE A – «Cristiano Ronaldo mi ha detto che questo è il campionato più difensivo e più duro del mondo. Ha detto di aver segnato gol ovunque, ma questo è stato il posto più difficile per farlo. E se Cristiano Ronaldo pensa che sia difficile, allora deve essere davvero difficile. È più difficile dell’Inghilterra: in Premier si gioca un calcio più intenso ma qui è un altro modello di gioco»
MANCHESTER UNITED – «A Pogba ho detto che avevo finito (allo United, ndr). Era sempre ‘Sì, ma …’ fin dall’inizio. Ho segnato contro il Real Madrid nella Supercoppa europea, ma per altri ho sbagliato un’altra occasione. Ho segnato contro il West Ham nella mia prima partita in Premier League: ‘Sì, ma… ‘. Da quel momento in poi, ho iniziato a chiedermi come sarebbe andata»