2015

Lucarelli: «Se non tutelati, siamo pronti a non giocare»

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L’amore per il club ducale: «Disposto a scendere in Lega Dilettanti»

Non può che sperare nel rapido intervento della magistratura Alessandro Lucarelli, che sta osservando le macerie del Parma. Il capitano del club ducale ha raccontato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport quello che è successo e per farlo ha dovuto fare un passo indietro di due anni: «C’era sempre la consuetudine di pagare gli stipendi all’ultimo giorno, quando le scadenze erano obbligatorie. La prassi ci ha insospettito. Abbiamo capito che c’erano problemi di liquidità. Da novembre senza stipendi? E’ venuto l’ex presidente Ghirardi negli spogliatoi, ci ha spiegato che era saltato il pagamento perché aveva intavolato una trattativa con Taçi per la cessione della società, ma la trattativa non era andata a buon fine. Toccava a lui pagare? E’ quello che gli abbiamo detto e lui ci ha risposto che non avrebbe più messo un euro nel Parma. A quel punto la riunione si è fatta piuttosto tesa, sono volate parole grosse. Ci siamo sentiti traditi e presi in giro da Ghirardi», ha spiegato il difensore, che poi ha “assolto” Kodra, il quale ha sempre evidenziato alla squadra le gravi difficoltà economiche e detto che non sapeva quando li avrebbero pagati.

LA SITUAZIONE – Con Manenti la situazione non è migliorata: «Ha subito messo sul tavolo belle parole e grandi promesse. Ha mostrato un foglio bancario dove c’era scritto che erano disponibili 100 milioni di euro da investire nel Parma. Qualche dubbio ci è venuto, perché si trattava di una cifra elevatissima. Poi, ogni giorno, il discorso era sempre il solito: ci sono problemi tecnici, bisogna aspettare ancora un po’. Di fatto, non abbiamo ancora visto un euro», ha raccontato Lucarelli, che poi ha motivato la scelta di non mettere in mora la società: «Farla fallire significa mandare a casa almeno duecento famiglie che lavorano per il Parma. Penso ai dipendenti che prendono o dovrebbero prendere mille euro al mese. Sulle spalle ci siamo sentiti questa responsabilità».

ATTACCO ALLE ISTITUZIONI – Il tempo, però, ora è scaduto e l’ipotesi della mossa in mora è ormai superata: i giocatori chiederanno l’istanza di fallimento e ci sarebbe la volontà di anticipare l’udienza del 19 marzo. Secondo Lucarelli ci sono grosse responsabilità della Lega e della Federcalcio: «Sono venuti soltanto venerdì a vedere come stanno le cose. Perché non ci sono stati i controlli? Qui le istituzioni non hanno tutelato nessuno. Ho l’impressione che loro si preoccupino solo della regolarità del torneo, ma noi non garantiamo niente a nessuno. Se non ci sentiamo tutelati, siamo pronti a non giocare. Andiamo in campo e dopo dieci minuti usciamo. Ci hanno lasciato morire? Allora moriremo tutti insieme».

LA PROMESSA – Il capitano del Parma ha poi dimostrato fedeltà ai colori del Parma: «Sono disposto anche a scendere in Lega Dilettanti e fare il capitano. Parma e il Parma sono dentro di me». 

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