Editoriale

Lucarelli, lettera d’intenti con la Ternana: rinasce il “contratto con gli italiani”

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Fa molto discutere la lettera d’intenti firmata da Cristiano Lucarelli con il Presidente della Ternana Bandecchi

Cristiano Lucarelli allenerà anche nella prossima stagione la Ternana. E fin qui ci sarebbe poco da obiettare se è vero che dopo aver conquistato la promozione dalla Serie C nel passato campionato, il primo anno in Serie B ha portato in dote una salvezza più che tranquilla e un gioco spesso divertente e votato all’attacco. Con la chicca della pazzesca vittoria (5-4) al Dall’Ara nei trentaduesimi di Coppa Italia, eliminando il Bologna di Mihajlovic dalla competizione.

L’ex centravanti è balzato ora però agli onori delle cronache accettando le particolari imposizioni del Presidente Stefano Bandecchi. Cancellando voci e dissidi degli ultimi giorni, Lucarelli ha firmato la curiosa lettera d’intenti che il suo datore di lavoro gli aveva richiesto. Una sorta di ”contratto con gli italiani” di berlusconiana memoria.

Tutto più o meno molto discutibile, a cominciare dall’aspetto comunicativo della vicenda: è stata la stessa società rossoverde a pubblicare la lettera firmata dal tecnico, esponendosi così al pubblico ludibrio. Ma è soprattutto il contenuto dell’accordo a lasciare perplessi anziché no.

Accettazione totale delle operazioni di mercato, indicazioni precise su quali moduli di gioco siano più adatti ai calciatori in rosa, suggerimenti su come migliorare fase difensiva e offensiva. Un pout pourri di amenità per la mortificazione della figura dell’allenatore.

Ed è proprio questo il punto, perché Lucarelli ha firmato la lettera dell’assurdo? Per amore della Ternana, verrebbe da dire. D’altronde il buon Cristiano già da giocatore passò alla storia con quella scelta e quel famoso libro “Tenetevi il miliardo” che raccontava il trasferimento dal Torino al “suo” Livorno. Una scelta di cuore.

Così come dettata dalla passione per il calcio sarà stata questa decisione, con l’obiettivo ambizioso e dichiarato di portare le Fere in Serie A. Certo, però, i presupposti sono quanto mai discutibili.

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