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Lotta scudetto: Osimhen fa la differenza. E se il suo antagonista fosse Vlahovic?
Tutto sulla prossima lotta scudetto che potrebbe vedere coinvolto il Napoli di Osimhen e la Juve di Vlahovic
Giorgio Chiellini è stato piuttosto netto nel restringere il gruppo delle famose sette sorelle, che coincide con il piazzamento finale dell’ultimo campionato, ritenendo Lazio e Roma non idonee per il valore della rosa a sostenere il doppio impegno campionato-coppe europee (che per Sarri significa la durissima Champions League). Il Corriere della Sera, nel presentare il torneo che va a iniziare domani, si concentra sui campioni d’Italia, le due milanesi e suggerisce un possibile inserimento della Juventus (una volta si sarebbe scritto “la solita”, dopo due anni alquanto difficili ha perso questa fama). Alessandro Bocci dà a chi porta lo scudetto sul petto il ruolo di favorita con questa motivazione: «Arnautovic e Giroud contro il lupo Osimhen. Se sarà lo scudetto dei nove, degli uomini gol che riempiono le copertine e allargano il cuore dei tifosi, il nuovo campionato rischia di assomigliare a quello appena concluso. Il Napoli, campione d’Italia 33 anni dopo Maradona, ha grandi possibilità di rivincerlo. Oggi nessuno in Italia e pochi nel mondo possono presentarsi con un attaccante come il formidabile nigeriano, che ha forza, talento, fisico».
Questo è l’incipit dell’articolo. La conclusione fa invece supporre un nuovo scenario proprio sulla base di un antagonista a Osi, sebbene viva oggi in una condizione di precarietà: «Vlahovic ha bisogno di essere coinvolto nel gioco e di sentire fiducia intorno a sé, ma è più giovane e non ha nulla da invidiare a Romelu. Ma nella nuova squadra vista questa estate, manovriera e propositiva, Dosan potrebbe rinascere. E la Juve sarebbe da scudetto». In bianconero, un goleador capace di essere capocannoniere della Serie A e contemporaneamente vincere lo scudetto manca esattamente dal 2002. A riuscirci fu David Trezeguet, reduce da un anno non semplicissimo, proprio come il serbo. Però, insieme a lui, c’era un certo Alessandro Del Piero…
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