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Sassuolo, Locatelli: «Milan senza fiducia in me, ho pianto. Juve? Sarebbe fantastico»

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Sassuolo: Manuel Locatelli in una intervista rivela della sofferenza dell’addio al Milan, del possibile interessamento della Juventus e dell’amicizia profonda con Patrick Cutrone

Dopo gli esordi da predestinato col Milan, Manuel Locatelli si è sentito messo un po’ da parte dalla società rossonera: la cessione in prestito (con obbligo di riscatto a 14 milioni di euro) al Sassuolo in estate ha portato il centrocampista ad attente riflessioni. Lasciato alle spalle il passato, Locatelli adesso pare rinato. «Non so se è giusto dire che mi abbiano abbandonato, ma non sentivo più fiducia al Milan – ha raccontato il giocatore a La Gazzetta dello Sport . Ho sofferto e pianto, sono sincero: è stata la mia vita per 10 anni. Ma sapevo che la scelta giusta era Sassuolo, che avrei sentito l’affetto giusto. Affetto da ripagare, visto quanto ha speso. Qui mi sento importante e posso esprimere le mie qualità per diventare protagonista. All’inizio ho sbagliato e ho fatto fatica, devo ringraziare Roberto De Zerbi».

In vista del futuro, Locatelli non si preclude alcuna possibilità, sotto ogni punto di vista: «Mi voleva la Juventus? Non lo so… Se in futuro ci fosse un interesse sarebbe fantastico, ma ora c’è il Sasol. L’Europeo Under 21? Vincerlo è difficile e ci proviamo, però siamo forti e molti di noi hanno cominciato a giocare con una frequenza. E questo vuole dire tanto. La convocazione in Nazionale maggiore? Sognare si può sempre, ma viaggi mentali non ne faccio più». L’aneddoto finale è dedicato all’amico Patrick Cutrone, praticamente un fratello: «Arriviamo alla fine della stagione al Milan, io sarei dovuto passare in prima squadra e lui non sapeva nulla del proprio futuro. Ci salutiamo: piangendo. Andiamo addirittura in piazza Duomo, acquistiamo dall’ambulante quelle eliche di plastica che lanciamo da un balcone chiedendoci che ne sarà di noi. Una roba strappalacrime. Poi? Senza saperlo due giorni dopo ci vediamo in nazionale. Due matti».

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