2020
Sassuolo, Locatelli: «De Zerbi mi ha cambiato la vita. Pirlo sempre il mio idolo»
Manuel Locatelli racconta i retroscena della sua giovane carriera: ecco le parole del centrocampista del Sassuolo e della Nazionale
Manuel Locatelli, intervistato da La Gazzetta dello Sport, racconta la sua giovane carriera tra idoli e il momento al Sassuolo.
STANZETTA – «C’erano i manifesti, l’album delle figurine Panini sempre pieno e ovviamente il poster di Pirlo, che è sempre stato il mio idolo. Poi tutte cose riguardanti il calcio, la mia mania. Campeggiavano le immagini dei campioni, da Totti a Kakà. Ero ossessionato, una magnifica ossessione, dal football. Seguivo ogni cosa e amavo i giocatori più forti: Del Piero, Maldini…».
DE ZERBI – «Il mister mi ha cambiato la vita. Ora sono visto come un altro giocatore e come un’altra persona, migliore. Ho dovuto staccarmi di dosso l’etichetta che avevo e ci sono riuscito, grazie a lui. Lo ringrazierò sempre perché mi ha fatto rendere al meglio e maturare, in campo e fuori. Devo ancora crescere tanto, ne sono cosciente. Però la squadra ed io abbiamo raggiunto risultati importanti, insieme. E questo è, in primo luogo, merito suo».
IDOLI OLTRE PIRLO – «Sì, Toni Kroos del Real Madrid. Ha l’eleganza e la fantasia dei grandi giocatori. E’ al Real Madrid da tanti anni, ha vinto tutto ma gioca sempre, ha una costanza impressionante. Un esempio».
GOL CONTRO LA JUVE – «Voglio cogliere questa occasione per dire alla Gazzetta che io il Milan lo ringrazierò per tutta la vita e non gli vorrò mai del male. Il Milan è stato casa mia e quindi non si parla mai male di casa. Nonostante tutto quello che si è detto io il Milan lo ringrazierò sempre. Poi le cose non sono andate come dovevano ma del Milan parlerò sempre bene. Quel gol è stato un’arma a doppio taglio. Mi ha dato una gioia immensa: segnare a quel portiere, a quel campione un gol così è stata una cosa incredibile. Poi difficile da gestire perché mi si chiedeva sempre di fare gol spettacolari, le aspettative sono balzate alle stelle e quindi è stato complicato. Non ero pronto, sicuramente per demeriti miei. Ma ora vedo le cose in maniera differente e sono cosciente che quel gol rimarrà nella storia, sicuramente nel mio cuore».
MANCINI – «Io ne avevo sempre sentito parlare bene. Con me è stato molto corretto, non mi aspettavo di giocare con l’Olanda, mi ha fatto stare tranquillo e spero di aver ripagato la sua fiducia. Credo che il segreto di Mancini sia lasciare il gruppo in serenità e creare un’armonia all’interno della squadra. Con lui la Nazionale gioca bene, ci sono giocatori di vero talento e i risultati vengono. Sa coinvolgere tutti e creare un’atmosfera serena.
Personalmente lo ringrazierò per sempre per avermi regalato il momento più bello della mia
carriera. Per avermi fatto realizzare quel sogno».
SASSUOLO – «Non ci poniamo limiti. Ora siamo nella testa della classifica ma bisogna pensare partita dopo partita. L’obiettivo del Sassuolo è sempre stato la salvezza ma quest’anno dobbiamo puntare all’Europa perché ce lo meritiamo, perché abbiamo giocatori giusti, un mister giusto e la società giusta. L’obiettivo deve essere quello, non ci dobbiamo nascondere e però dobbiamo avere l’umiltà e la costanza di raggiungereinostri obiettivi pensando veramente domenica dopo domenica».