Hanno Detto
Concetto Lo Bello, il figlio Rosario: «É stato il Maradona degli arbitri. Nella sua epoca c’era una generazione di fischietti del Sud. Vi racconto un derby speciale…»
Concetto Lo Bello, il figlio Rosario: «É stato il Maradona degli arbitri. Nella sua epoca c’era una generazione di fischietti del Sud». Le parole
Concetto Lo Bello, lo ricordano benissimo i boomer, è stato l’arbitro più famoso d’Italia, almeno fino a quando non è arrivato Pierluigi Collina. Anche il figlio Rosario ha intrapreso la stessa carriera e oggi su La Gazzetta dello Sport racconta il loro rapporto.
IL PIU’ GRANDE DI TUTTI – «Proiettato qui da un altro pianeta, il Maradona degli arbitri quando ancora Maradona non c’era. Ha fatto scuola e ha avuto amici che sono divenuti “successori” di spessore. Nella mia generazione ce n’erano: penso a Casarin, che andava in ospedale a trovarlo ogni volta che poteva, ad Agnolin, a D’Elia, che mi chiamava ogni giorno per sapere come stesse; ma anche a Lattanzi. Papà è stato un modello».
UN ARBITRO DEL SUD – «Sa, su otto partite, nel campionato a sedici squadre, quanti meridionali c’erano a dirigere? A volte eravamo in cinque o sei, Amendolia, Lombardo, Lanese, ci aggiunga me e D’Elia, magari qualcuno che mi sfugge».
IL LIBRO SUL PADRE – «Diciamo un racconto di famiglia. In cui si capisce che me lo sono goduto, prendendogli ciò che volevo. Quando scoprirono il cancro, al San Matteo di Pavia, il primario mi disse: “Ha due settimane di vita, che facciamo?”. E io e mia sorella rispondemmo alla sua maniera: vada avanti. L’operazione durò dieci ore, io ho vissuto con lui altri otto mesi e non abbiamo mai chiacchierato così tanto come in quel periodo».
I FIGLI – «Ne aveva tre: me, mia sorella e l’Ortigia, che amava con sentimento puro. Tenero e severo. Nessuna concessione, tanta comprensione».
DIALOGO – «C’era dialogo, ma a modo suo: i messaggi mi arrivavano trasversalmente, da Pietro Nicolosi, il suo guardalinee che poi fu il mio. Parlava poco ma trasmetteva valori: aveva rigore, ma anche elasticità».
UN DERBY TUMULTUOSO – «Ascolti questa: papà va ad arbitrare Angri-Casertana, derby tumultuoso, alla fine viene accompagnato in stazione a Salerno da un ufficiale. Passano gli anni, siamo nel ‘71, mi tocca Cavese-Nocerina, serie D. Finisce la gara e viene un signore in uniforme: “Sono Carlo Canger, la scorto io. Mi è toccato farlo a suo padre anni fa; ora sono qui per lei e sono felice di esserci”. La vita è circolarità».