2013
Lo strano caso di Giovinco
Nessuno più di Sebastian Giovinco è legato alla Juventus. La ‘Formica Atomica’ è nata a Torino, è cresciuta calcisticamente tra le fila bianconere insieme a Marchisio e De Ceglie, dai pulcini in poi, ed ha fatto tutta la trafila fino alla prima squadra. Qualche stagione lontano da Torino, poi la svolta. Dopo due stagioni a Parma sotto la Mole è arrivato Antonio Conte. Un arrivo determinante visto che, quando sembrava che le due parti stessero per separarsi definitivamente, è stato proprio l’ex allenatore del Siena a convincere la proprietà ad andare a riprenderlo.
MISTER 11 MILIONI – Alla fine la Vecchia Signora ha dovuto sborsare ben 11 milioni di euro per riscattare la metà del cartellino di un giocatore che era già suo. Stranezze del calcio, le stesse che si sono viste (più che altro sentite) allo Juventus Stadium ieri proprio contro il Siena. I tifosi bianconeri, da qualche tempo a questa parte, hanno inaugurato una nuova disciplina sportiva: il fischio ad oltranza nei confronti del piccolo attaccante. Mugugni e lamentele che iniziano al primo pallone toccato dal calciatore. Una situazione abbastanza assurda nonchè anomala, considerando che si sta parlando di un bomber che, contando il gol segnato contro i senesi, ha raggiunto quota undici reti tra campionato e coppa diventando momentaneamente il capocannoniere della Juve.
SAGA DEL FISCHIO – Nessuno a bocce ferme, ad inizio stagione, si sarebbe immaginato un bottino simile. Nemmeno lui stesso, figurarsi i tifosi. Ma ciò nonostante la “saga del fischio” sta diventando una consuetudine imbarazzante. Per lui ma anche per i suoi compagni che ieri, a fine partita, l’hanno difeso a spada tratta. Ci ha pensato Buffon, veterano e leader dello spogliatoio, lo ha fatto anche Pogba, uno degli ultimi arrivati, ma anche Conte, il condottiero che l’ha fortemente voluto. “Ogni tanto si innescano questi meccanismi perversi che portano a fischiare un giocatore del suo calibro, uno che può decidere le partite con le sue giocate”, le parole del numero uno. “Chi fischia non è tifoso: sta diventando un’abitudine fastidiosa”, la replica dell’allenatore. Ovvio che i supporters juventini si aspettino moltissimo da un giocatore della sua classe e che quindi pretendano molto. Ma fischiare è un paradosso considerando il rendimento di Giovinco nonostante non sia considerato un titolare inamovibile. D’altronde nessuno alla Juve lo è. Oltretutto il ragazzo entra in campo bloccato, sapendo che al primo pallone sbagliato pioveranno i mugugni e, per cercare di far bella figura, cerca di strafare dimenticandosi di fare le cose elementari. Quelle che a Parma, senza alcuna pressione, gli riuscivano molto bene. Dunque: non sparate su Giovinco che già deve combattere con una maglia, quella juventina, che ha un peso enorme.