2012
Livorno, Signorelli: “Nella tana della Samp per Gentsoglou”
LIVORNO SIGNORELLI – Dopo le critiche dei tifosi, che lo invitavano ad andarsene, Elio Signorelli è riuscito a conquistare l’entusiasmo della piazza, che comincia a vedere i frutti del lavoro svolto. Il direttore sportivo del Livorno, intervistato da Il Tirreno, ha analizzato il momento della squadra e le scelte societarie fatte.
Elio, partiamo dalla domanda tormentone: qui c’è una voglia matta di cambiare obiettivo. Che ne pensi?
«Sinceramente credo che sia presto per fare certi discorsi. Dobbiamo arrivare ai famosi 50 punti. Poi ne riparliamo».
Di certo, però, questa squadra sta volando..
«I ragazzi stanno bene. Il lavoro paga sempre. E’ un bel momento. Siamo felici, ma il calcio è una brutta bestia. E’ opportuno tenere i piedi ben saldi per terra».
La mano di Davide Nicola si vede eccome..
«Sì. Sta facendo uno splendido lavoro. Il gruppo lo segue ciecamente. Nelle ultime settimane abbiamo registrato progressi importanti nella gestione della partita. Stiamo vivendo un momento molto felice».
Premiamo rewind. Torniamo alla scorso primavera. Il Livorno si salva e voi scegliete Nicola. Che ricordi hai di quei giorni?
«Non fu difficile. Il nome di Davide uscì durante una riunione a cui parteciparono, oltre a me, il presidente, il vice Siri e Attilio Perotti. Pochi minuti ed eravamo tutti d’accordo».
E’ stata una bella intuizione..
«Alla luce dei fatti sì. Ma conoscevamo Davide e quindi sapevamo di andare sul sicuro».
Parliamo di giocatori. Il rendimento di Siligardi è strepitoso. Il giorno del suo arrivo eri in disparte e ci confidasti che si trattava di un tipo di grande talento.
«Sì. Avevo visto Luca giocare. E mi era piaciuto. Poi capitò l’occasione giusta per portarlo a Livorno e fu colta al volo. L’anno prima aveva collezionato dodici presenze in A con il Bologna e certe cifre non si mettono insieme per caso».
C’è un giocatore a cui sei particolarmente affezionato?
«Paulinho. Ricordo le prime volte che lo vidi in Brasile. Era proprio un ragazzino. Eppure si vedevano tutte le sue qualità. Abbiamo sofferto per vederlo sbocciare, ma adesso ci godiamo i suoi guizzi e i suoi numeri”.
Le foto del Livorno che vola, però adesso sono quelle di Gemiti e Belingheri. Due giocatori che tra l’altro alla società non sono costati praticamente nulla.
«Esatto. Giuseppe è arrivato da Novara nello scambio che ha portato Perticone in Piemonte. Luca venne a gennaio 2011 dal Toro a cui fu ceduto Pagano. Infine aggiungerei Gentsoglou. Per lui abbiamo fatto proprio un sacrificio».
Economico?
«Peggio. Avevo visto il ragazzo e il suo talento mi aveva impressionato. Ne parlai a Perotti e insieme andammo a Bogliasco per visionarlo di nuovo. Vi rendete conto? Nel quartier generale della Sampdoria. Scherzi a parte, il greco nelle ultime giornate si è messo in vetrina con prestazioni convincenti».
Che cosa è cambiato in un anno? A Gennaio Spinelli voleva mollare. Adesso invece tutto fila con precisione svizzera.
«Non è cambiato nulla, ma nello stesso tempo tutto perché stanno arrivando quei risultati che l’anno scorso non c’erano. Ma attenzione. La squadra del passato campionato non era da buttare e lo sta dimostrando oggi. Questi giocatori hanno vissuto in dieci mesi ciò che non capita mai in una carriera. La storia recente la conosciamo tutti. E’ quasi superfluo parlarne. In società c’è un bel clima. C’è confronto sano e serio. Ognuno porta il suo contributo e poi la decisione è collegiale».