2012

Livorno, Nicola: “La gente non mi conosceva, ma ora…”

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LIVORNO NICOLA – Davide Nicola è uno dei protagonisti più importanti, in questo inizio di campionato in Serie B. Il tecnico del Livorno, contattato dai colleghi della Gazzetta dello Sport, ha fatto capire come sia riuscito a superare l’ironia dei tifosi labronici, i quali hanno storto il naso quando vennero a sapere chi sarebbe stato l’allenatore della loro squadra: “La gente era abituata ad allenatori di nome, io ero uno sconosciuto. Per questo ho cercato di capire subito il senso di appartenenza dei livornesi. Non so se li ho conquistati, ma so che non puoi allenare in una città che non conosci, ci devi entrare dentro cogliendo i malumori. Ora vedo che il mio lavoro è apprezzato, che piace l’idea di un calcio propositivo. A un certo punto sono stati loro a colpire me: potevano incazzarsi di brutto dopo l’1-5 in casa con lo Spezia e invece sono rimasti vicini. Ho chiesto alla società che il gruppo fosse confermato, perché ha valori importanti. Quel campionato è stato qualcosa di bugiardo. Ai ragazzi ho spiegato che non si vive di eccessi, che il primo obiettivo della società era un campionato tranquillo, arrivare ai 50 punti e poi vedere. Finora non ci sono stati picchi di entusiasmo o di depressione. I miei dettagli tattici? I concetti fondamentali sono possesso palla e occupazione degli spazi. Con qualche cambio in corsa: Emerson che va a fare il difensore centrale o Belingheri che può fare il terzo centrocampista o giocare nel tridente. La tendenza degli allenatori giovani? Ma non credo che l’età conti, non è detto che se hai 60 anni non sai comunicare. Guardate Zeman. E’ piuttosto un fatto di competenze, di capacità di trasferire agli altri le tue idee. I miei modelli? Ho studiatoMourinho, Ferguson, gran parte degli allenatori italiani. Ma non sono modelli: chi insegue gli altri, non sarà mai primo. L’inizio del Genoa? Non ha cominciato bene, ma vedo poca pazienza. Sono sicuro che si riprenderà.

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