2014
Livorno, Di Carlo: «Squadra in ripresa? Vi svelo perché…»
Il tecnico amaranto ha analizzato la ripresa della squadra dopo il suo arrivo.
LIVORNO DI CARLO – Lunga attesa per Mimmo Di Carlo, che è stato in corsa per le panchine di Catania, Chievo, Lazio, Bologna e Sassuolo e alla fine si è seduto su quella del Livorno. Tanta la voglia di ripartire da parte del tecnico, che ora sogna la salvezza: «I punti danno fiducia, ma questa squadra ha margini di miglioramento enormi, abbiamo giovani importanti come Ceccherini, Duncan, Benassi. Devono crescere e ci sta che facciano qualche errore. Quando il presidente Spinelli mi ha contattato l’ho trovato motivato e per niente intenzionato ad arrendersi. Lui e Capozucca mi hanno convinto con il loro entusiasmo, e poi mi hanno confermato di avere fiducia in me con un mercato intelligente: a gennaio sono arrivati Belfodil, Mesbah e Castellini. Certo, il gruppo era sfiduciato, io ho cercato di mettere i giocatori nelle condizioni di credere in quello che facevano, li ho aiutati a ritrovare la fiducia nel gioco. In più abbiamo cambiato la metodologia di lavoro: allenamenti più brevi e intensi e più pallone. I risultati si vedono: tutti s’aiutano, giocano da gruppo. Solo così ci si può salvare», ha dichiarato Di Carlo a “La Gazzetta dello Sport”.
NIENTE VACANZE – Dall’ottobre del 2012 a gennaio 2014 Di Carlo non è rimasto con le mani in mano: «Mi sono aggiornato. Ho studiato a turno tutte le squadre di A e questo mi sta aiutando moltissimo adesso, perché conoscevo bene sia il Livorno sia le nostre avversarie. Sono stato anche all’estero: all’Ajax e, oltre a imparare i loro metodi, mi sono portato via un collaboratore… Michele Santoni? Esatto. L’ho conosciuto ad Amsterdam un anno e mezzo fa. Faceva il videoanalista, sono rimasto colpito dal suo lavoro. Preparava le partite nei minimi dettagli. Gli mancava il campo, così quando il mio vice Murgita è andato via l’ho preso nel mio staff. Il suo aiuto è prezioso. Se la squadra ora crea e segna molto di più è merito di tutto questo».
RINASCITA – Il tecnico amaranto ha parlato poi di Emerson e Emeghara: «Gol? Ancora più bello di quello di Mario: l’ha oscurato. Mi rivedo in lui: esordii in A a 31 anni, lui a 33 e ha una voglia matta di spaccare il mondo. Fosse per lui si spingerebbe ancora più in avanti. Emeghara? Dal primo giorno si è messo ad allenarsi a mille, mi ha convinto col lavoro. Io gli ho detto solo “Sorridi di più”, perché lo vedevo triste. E lui mi ha regalato 2 gol. Le motivazioni fanno scalare montagne impensabili».
SALVEZZA – Infine, sul traguardo finale: «Noi dobbiamo solo rimanere agganciati alle squadre che lottano per la salvezza e convincerci che i risultati passano attraverso il gioco. Quando arriveremo a 38 punti potremo rilassarci».