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Liverpool Real Madrid: il nuovo Zidane un paladino del “cholismo” – ANALISI TATTICA

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Liverpool Real Madrid ha messo in evidenza la nuova veste tattica studiata di Zidane in questa stagione: solidità e concentrazione difensiva non proprio da “galacticos”

Nel match di Valdebebas, il Real aveva disputato una prova eclettica, spiccando in tante diverse situazioni tattiche. Aveva saputo difendersi con un blocco basso quando c’era da gestire il risultato, ma soprattutto aveva fatto vedere un palleggio sublime, che aveva mandato fuori giri il pressing di Klopp. Soprattutto Kroos aveva fatto la differenza, con millimetrici cambi di gioco sulle fasce, situazioni che il Liverpool aveva sofferto molto. Al contrario, nel match di Anfield abbiamo visto un Madrid prevalentemente difensivo, che sintetizza abbastanza bene l’evoluzione tattica di Zidane dopo il suo ritorno sui blancos.

Senza più l’incisività offensiva della squadra che ha vinto 3 Champions League consecutive, oggi il Real si è tramutato in una squadra molto più solida dietro, che non esaspera il pressing offensivo ma che anzi adotta un blocco molto più basso. Qualcosa che si è visto con chiarezza ad Anfield: dopo un avvio in cui il Real aveva molto sofferto lo spazio alle spalle di Valverde (adattato come terzino destro), il Real ha abbassato abbastanza presto l’altezza del baricentro. I blancos hanno blindato la propria trequarti con linee strette e compatte, in cui anche i giocatori offensivi si sacrificavano molto. Asensio si abbassava stabilmente alla destra di Valverde, diventando praticamente un quinto: pure Vinicius arretrava molto, con grande generosità nei ripiegamenti. Vedevamo un 5-4-1 che a volte diventava addirittura una linea a 6.

Tecnicamente, il Madrid non ha disputato una gara sublime: ha sbagliato molto nella risalita, non approfittando dei molti spazi concessi dai Reds. Tuttavia, va apprezzata la compattezza tenuta dai blancos per tutti i 90′: certo, ci sono state fasi in cui il Liverpool ha creato parecchio, con transizioni molto pericolose in cui i Reds sono stati imprecisi al momento dell’ultimo passaggio. Quando però il Real ha scelto di abbassarsi, ha dimostrato una concentrazione difensiva che in pochissimi si sarebbero aspettati qualche anno fa. Pure nei frangenti in cui il Liverpool trovava ricezioni pericolose e poteva andare al tiro, i giocatori dei blancos si sono sempre immolati per disturbare la conclusione. Casemiro, Nacho e Militao, per fare esempi, sono stati super dentro la propria area di rigore.  Per gli inglesi era complicato tirare in modo pulito. Il Madrid ha recuperato una valanga di palloni per vie centrali, con i Reds che faticavano a sfondare per vie interne.

Di conseguenza, il Real costringeva il Liverpool a rifinire esternamente, con Alexander-Arnold e Robertson in costante sovrapposizione: il Liverpool ha effettuato quasi 40 cross. Non avendo grandi saltatori, a differenza del Madrid, non ha però sfruttato nel migliore dei modi queste situazioni. I blancos, soprattutto nel secondo tempo, hanno avuto vita abbastanza facile nel gestire i molteplici palloni che arrivavano dalle corsie esterne. Per dare più qualità al palleggio e alla rifinitura, Klopp ha inserito un Thiago Alcantara che però non è riuscito a incidere, sbagliando qualche passaggio di troppo.

Insomma, per quanto il Real Madrid a tratti abbia rischiato e tecnicamente sia stato meno preciso del match di andata, è stata una partita che ha mostrato bene la grande solidità assunta dalla squadra di Zidane. Quando bisogna difendere il vantaggio, i blancos dimostrano una concentrazione più “cholista” che non “galactica”. Contro il Chelsea di Tuchel, Zidane ha l’opportunità di ottenere la quarta finale di Champions della propria carriera di allenatore.

 

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